Camilla Läckberg avrebbe un ghostwriter? Ecco perché non si è fatto altro che parlare di lei in questo mese

 Camilla Läckberg avrebbe un ghostwriter? Ecco perché non si è fatto altro che parlare di lei in questo mese

Questo mese, per la nostra rubrica del libro più chiacchierato, non vi parliamo di uno in particolare, ma dell’opera per intero di un’autrice di fama internazionale. A essere stata oggetto di polemiche e dibattiti è Camilla Läckberg, i cui libri sono amati in tutto il mondo, e l’accusa è: non avrebbe scritto lei i romanzi a sua firma.

Un ghostwriter dietro i libri di Läckberg

La notizia è stata data dal giornale svedese «Kvartal» in un articolo scritto da Lapo Lappin il 27 settembre scorso. Sui libri di Läckberg, il giornalista avrebbe eseguito un’analisi stilometrica con Stylo. Uno strumento, questo, che «rivela le impronte stilistiche degli scrittori» esaminando il modo in cui le parole vengono usate. «Ho osservato per lungo tempo i puntini colorati sullo schermo. I risultati sono diventati chiari: due libri si distinguono dagli altri. È probabile che siano stati scritti da qualcun altro. Läckberg ha un ghostwriter»: è quanto avrebbe detto Lappin, secondo quanto riportato dal «Corriere della Sera». Per questa sua scoperta, Lappin non si sarebbe avvalso solo di Stylo, ma anche di un altro programma, Jgaap, e da cui sarebbe emerso che a scrivere i romanzi successivi all’esordio sia stato il collega Pascal Engman, peraltro editor della stessa autrice. I romanzi in questione sarebbero La gabbia dorata (Marsilio, 2019) e Donne che non perdonano (Einaudi Stile Libero, 2018).

Ghostwriter di Håkan Lindgren aveva anticipato tutto

Autrice, editore e editor hanno naturalmente smentito la notizia riportata da «Kvartal». Ma che alcuni dei libri di Läckberg siano stati scritti da un ghostwriter è una voce che gira già da tempo e cioè dall’uscita di un romanzo firmato nel 2021 da Håkan Lindgren dal titolo Ghostwriter. Si tratta di una storia familiare su una scrittrice svedese, «la regina dei polizieschi», e sul suo segreto, che è sempre sul punto di confessare: non è lei l’autrice dei romanzi di successo che riportano il suo nome. All’uscita di Ghostwriter, iniziò a circolare la teoria che si potesse trattare proprio di Läckberg, teoria che l’autrice negò, ma il dubbio restò allora come oggi. Sulla questione si sono espresse anche molte testate italiane. «Il Fatto Quotidiano», nella sua versione on line, per esempio, pone un problema di affidabilità dei dati elaborati dall’Ai chiedendosi se «non ci sia un altro modo possibile e legittimo per interpretare i risultati di Jgaap: se è vero che il lavoro dell’editor è quello di affiancare l’autore nel processo creativo della scrittura, nella ricerca dello stile, nella messa in moto della macchina narrativa, allora si può davvero escludere del tutto che l’uno interiorizzi e faccia propri tratti salienti dello stile dell’altro? Insomma, è davvero possibile escludere di trovarsi davanti a un caso di intertestualità interna, cioè allo stile di un autore che muta nel tempo per influsso costante e ravvicinato di un modello?».

 

A cura di Valeria Zangaro

Valeria Zangaro

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