Codice Isbn dei libri: la sua storia nasce in Inghilterra 60 anni fa. Ma cosa indicano davvero le cifre?
È unico per ogni libro ed è ciò che accomuna tutti i libri in commercio nel mondo: è il codice Isbn (l’acronimo sta per International standard book number), quella sequenza numerica che solitamente troviamo in quarta di copertina prima di addentrarci nella lettura oppure sul retro sopra il codice a barre. La sua invenzione la dobbiamo a Gordon Foster, un professore di Statistica e Ingegneria computazionale alla London School of Economics.
Codice Isbn: com’è nato? La storia
È il 1965 quando la Wh Smith, la più grande catena di edicole e librerie inglesi, commissiona al professore lo studio di un sistema di catalogazione in grado di informatizzare la gestione dei libri nei depositi. L’intento della Wh Smith è modernizzare e rendere perciò più efficiente il processo produttivo e distributivo. Un anno dopo, nel 1966, Foster realizza un codice di nove cifre (oggi salito a tredici) ispirandosi al codice a barre che due studenti, Norman Joseph Woodland e Bernard Silver, di Ingegneria dell’università di Drexel, negli Stati Uniti, avevano inventato nel 1948. Il codice di Foster diviene in breve tempo un successo: sempre più rivenditori decidono di usarlo. E quando nel 1970 la sua adozione scavalca i confini del Regno Unito, per essere usato anche a livello internazionale, si preferisce uniformarlo al codice Ean (adottato per qualsiasi prodotto venduto al pubblico) composto da dieci cifre.
Cosa indica un codice Isbn?
Ma cosa indicano tutti quei numeri? Intanto va detto che l’Isbn è composto di cinque parti: il prefisso Ean 978 ci dice che il prodotto che abbiamo tra le mani è un libro. La serie successiva (che può variare da una a cinque cifre) indica la lingua o la nazione (per esempio 88 è per l’italiano), segue la serie da due a sette cifre che indica l’editore; poi quella che indica il titolo; e infine, l’ultima cifra, il carattere di controllo, che serve a verificare la correttezza del codice ed evitare perciò errori. In ogni Paese c’è un’agenzia Isbn a cui gli editori si rivolgono per ottenere il loro prefisso editore e i codici per i titoli.
Chi può avere un codice Isbn?
È necessario essere editori per ottenere un codice Isbn? No, chiunque può farne richiesta, per esempio per l’autopubblicazione; il suo acquisto non è obbligatorio: è possibile stampare e vendere un libro anche senza codice. Tuttavia, se si vuole vendere il proprio libro nel circuito librario allora sì, la sua adozione è necessaria, poiché senza sarebbe impossibile identificare e catalogare il libro. Proprio perché non obbligatorio, Amazon propone ai clienti che vogliono pubblicare nel circuito Kdp, ossia il Kindle direct publishing, un codice chiamato Asin (l’acronimo sta per Amazon standard identification number); un servizio offerto gratuitamente ma che ha un difetto: i libri con codice Asin possono essere venduti solo su Amazon. In definitiva, il codice Isbn, benché a pagamento (per esempio il costo per un codice è di 80€+Iva), garantisce una distribuzione decisamente più ampia.
In chiusura, una piccola nota: per scrivere questo pezzo abbiamo consultato un libro col seguente codice Isbn: 978-88-7091-976-9. Qual è il titolo?
E quelli in fotografia, quali libri sono?
Aspettiamo le vostre risposte.
A cura di Valeria Zangaro