Ferrovie del Messico di Gian Marco Griffi: un’epica tragicomica lunga 800 pagine fra Asti e il Messico. Recensione

 Ferrovie del Messico di Gian Marco Griffi: un’epica tragicomica lunga 800 pagine fra Asti e il Messico. Recensione

Ferrovie del Messico è un romanzo di Gian Marco Griffi pubblicato nel maggio del 2022 da Laurana editore nella collana fremen, diretta da Giulio Mozzi. Già vincitore del premio Libro dell’anno di Fahrenheit, del premio Mastercard letteratura e del premio letterario Mario La Cava 2023, il libro è uno dei dodici candidati al premio Strega di quest’anno.

In Ferrovie del Messico, Griffi mescola realtà e finzione, dramma e ironia, storia e letteratura, dando vita a un romanzo d’avventura corale ed enciclopedico, ambientato tra la città di Asti nel 1944 e le ferrovie messicane degli anni Venti e Trenta del Novecento.

Ferrovie del Messico di Gian Marco Griffi: la trama del libro

Francesco “Cesco” Magetti, soldato della Guardia nazionale repubblicana ferroviaria di Asti, ha ricevuto dal suo superiore l’incarico di realizzare una cartina della rete ferroviaria del Messico. L’ordine, trasmesso attraverso le gerarchie militari, arriva dagli alti comandi nazisti interessati a trovare la misteriosa città messicana di Santa Brígida de la Ciénaga, raggiungibile solo in treno, in cui si nasconderebbe un’«arma risolutiva» indispensabile per le sorti della guerra.

Per realizzare la mappa delle ferrovie del Messico, Cesco si affida all’aiuto della bibliotecaria Tilde, una bizzarra ragazza di cui si innamora all’istante, che gli consiglia di consultare l’Historia poética y pintoresca de los ferrocarriles en México, un’opera scritta da Gustavo Adolfo Baz e illustrata da Eduardo Gallo. L’unica copia del libro risulta però in prestito e il volume, passato di mano in mano, ha attraversato l’intera città di Asti.

Per Cesco inizia quindi una caotica ricerca che lo porta dal cimitero di San Rocco, dove i becchini Lito e Mec, dopo aver viaggiato per anni sui treni messicani, smaltiscono cadaveri in uno speciale bollitore fornito dai tedeschi, alla casa di Edmondo Bo, frenatore alcolizzato ed estimatore dei poeti frenatori avanguardisti; dal Dopolavoro, a cui si può accedere solo con una parola d’ordine ricavata da un cruciverba della Settimana enigmistica, fino alla dimora del conte Cesare Cocchi Renani, bibliofilo incallito.

Nel corso di questa ricerca infruttuosa, tormentato dal mal di denti e dal timore dei dentisti, Cesco incontra Ettore e Nicolao, due giovani vicini ai partigiani che lo inizieranno ai piaceri notturni del night club l’Aquila Agonizzante e cercheranno di coinvolgerlo nel piano per vendicare la morte di Giustina, la loro sorella di orfanotrofio, stuprata e ammazzata dal comandante delle SS Hugo Kraas. Grazie a loro, Cesco troverà il coraggio di reagire alle atrocità del nazifascismo.

Tra satira storica e parodia letteraria

Come evidenzia Marco Drago nella postfazione al libro, Ferrovie del Messico si ispira a quella letteratura enciclopedica teorizzata da Guido Almansi per indicare quei libri che aspirano a contenere tutto. La trama del romanzo sembra infatti espandersi all’infinito attraverso digressioni che introducono nuove storie e personaggi. L’opera si caratterizza, inoltre, per continue aggiunte di piani narrativi e salti temporali che rendono impossibile ricostruire con precisione la cronologia degli eventi nonostante le indicazioni del luogo e della data poste all’inizio di ogni capitolo.

Il nucleo narrativo di questo romanzo corale è costituito dalle avventure del protagonista, Cesco Magetti che, come la parodia di un eroe ariostesco, si mette alla ricerca del libro di Gustavo Adolfo Baz incontrando svariati ostacoli e prove da superare. Questa confusionaria ricerca permette, inoltre, a Cesco di compiere un percorso di formazione che lo porta a vincere la sua iniziale ignavia e a scontrarsi contro le assurdità nazifascismo.

Il racconto della realtà storica in cui il romanzo è ambientato, quella della Repubblica sociale italiana, si caratterizza per il gusto dell’ironia e della farsa, capace di dare forma a una satira feroce e grottesca che non risparmia nemmeno Adolf il Führer e la sua consorte Eva.

«Essere lirici e ironici è la sola cosa che ci protegge dalla disperazione assoluta. Io abito il mio lirismo, Cesco, per continuare ad amare la vita: ogni evento vissuto non può che tradursi in queste due forme d’esistere, lirismo e ironia, perché la terza sarebbe la disperazione, e a quella non saprei porre rimedio. Non c’è altro».

La scrittura di Gian Marco Griffi in Ferrovie del Messico

La coralità e l’enciclopedismo del romanzo si riflettono anche nella varietà dei registri linguistici adottati da Gian Marco Griffi per creare una lingua letteraria che spazia dall’italiano colto alle parlate regionali, dai lessici tecnici e specialistici al sardo logudorese.

Ferrovie del Messico è inoltre ricco di citazioni letterarie, più o meno esplicite, che si rifanno ai grandi modelli della letteratura universale, da Gadda a Joyce, dai poemi cavallereschi a Borges.

 

A cura di Francesca Cocchi

Blam

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