Il volto del male di Stefano Nazzi, storie di efferati assassini. Il ritorno in libreria del king dei podcast. Recensione
Pubblicato il 9 maggio 2023 dalla casa editrice Mondadori, Il volto del male è il nuovo libro del giornalista e podcaster Stefano Nazzi, che qui approfondisce dieci casi di cronaca nera italiana mantenendo i toni e lo stile che hanno reso celebre Indagini, il podcast da lui scritto, e prodotto dalla testata giornalistica «il Post» (ne abbiamo parlato qui).
Il volto del male di Stefano Nazzi: la trama del libro
Il volto del male si apre con una domanda che Nazzi rivolge a sé stesso e a chi legge: da dove nasce il male? La scienza, la psicologia e molte altre discipline hanno cercato di rispondere a questo interrogativo nel corso dei secoli: alcuni, dice Nazzi, lo hanno fatto creando una scala dei diversi gradi di malvagità (22, per la precisione), altri hanno teorizzato l’esistenza di un «fattore D», (la D sta per Dark), che definirebbe il lato oscuro presente in ognuno di noi. Per il giornalista la risposta non è e non sarà mai definitiva, e anzi ogni tentativo appare ai suoi occhi debole, se non addirittura viziato in partenza. Nell’impossibilità quindi di risolvere il mistero legato all’origine del male in modo sistematico, Nazzi adotta un approccio empirico e decide di dare spazio a dieci casi di cronaca nera italiana in cui ha riscontrato un male diverso, più profondo e inquietante, rispetto a quello che emerge dai fatti narrati nelle puntate del suo podcast. In questo libro si parla di «persone che hanno fatto male agli altri». Il volto del male racconta di delitti divenuti purtroppo celebri – le violenze del Circeo, il Mostro di Foligno, le Bestie di Satana, la Banda Ludwig – e di altri che invece sono passati più in sordina tra le pagine dei quotidiani italiani, ma che rimangono ugualmente raccapriccianti.
Uno spin-off di Indagini che si concentra sui delitti più atroci
Si può parlare di questo libro come di una sorta di spin-off rispetto a Indagini, che in pochi mesi è diventato uno dei progetti più ascoltati in Italia tra quelli dedicati al genere true crime. Anche qui il punto di vista scelto dall’autore è molto preciso; l’attenzione è, infatti, rivolta a ciò che accade o può essere accaduto «prima» e «dopo» i delitti: chi erano le persone che hanno commesso gli omicidi? Si può individuare il motivo che li ha portati a compiere, in alcuni casi, delle vere e proprie stragi? E ancora: c’è stata, in seguito, una forma di consapevolezza circa le azioni commesse, o persino un pentimento? Il giornalista approfondisce questi aspetti, mettendo invece da parte tutto ciò che riguarda la cronaca giudiziaria e i metodi d’indagine, i due punti forti che caratterizzano invece il suo podcast.
La scrittura di Stefano Nazzi in Il volto del male
La cifra distintiva di Nazzi rimane anche in questo caso la sua scrittura, il modo in cui sceglie di declinare il genere true crime. Anche il più orribile tra i delitti viene descritto con uno stile che rimane asciutto, essenziale. Non una parola fuori posto: non ci sono cedimenti all’emotività, come invece accade spesso quando si affrontano temi simili.
«Sono dieci storie di donne e uomini che, come un sasso scagliato nell’acqua, hanno “gettato” il male e il male si è allargato in tanti cerchi. Fare del male a qualcuno significa provocare dolore non solo a quella persona ma a tante altre, come in una lunga catena. E a differenza dei cerchi nell’acqua, i cerchi del male non spariscono dopo pochi secondi. Durano a lungo, a volte per sempre».
A cura di Alessia Cito