Sanremo 2023: di cosa parlano le canzoni? I testi e i temi

Ed eccoci a quel momento dell’anno: il festival di Sanremo. Una certezza calda e scomoda come un Natale in famiglia, un retro pensiero che sta lì ad aspettarci, tra la minaccia e la promessa. Prima di ascoltare le canzoni che ci accompagneranno fino al prossimo appuntamento nazionale, quello con la prova costume, Rivista Blam! ha letto i testi. Abbiamo provato a scovare tra le «canzoni buone», quelle che, se fossero stati racconti, avremmo pubblicato: perché sanno andare oltre la cronaca, perché sono inattuali, perché creano immagini, suggeriscono idee, costruiscono ponti. E ci siamo divertite a creare delle associazioni con altre parole, quelle di alcuni racconti già pubblicati su questa rivista. Ne è venuta fuori una lista di accostamenti, che vi consigliamo di leggere da soli o in compagnia. Buona lettura e buon ascolto!
Sanremo 2023: i testi, i temi delle canzoni e i featuring con i nostri racconti
Forza dell’amore
Ariete, Mare di guai ft. Marta Cristofanini, Il mio corpo si salva da solo
«Tu buttati con me, mare di guai / Non so nuotare in una vasca / piena di squali, piena di squali» canta Ariete alla ragazza che ama, perché le stia accanto, con la forza dell’amore che sembra per sempre.
«Mi sdraio dentro la vasca e apro il rubinetto. […] Dico: Giulia, io non farò un figlio perché non ho saputo fare niente di me stessa» dice Vi alla sua Giulia, quando desideri diversi hanno divaricato l’amore.
Da leggere dopo il tramonto, buttati sul divano e avendo cura di togliersi le Dr. Marteens dai piedi.
Mancanza
Gianluca Grignani, Quando ti manca il fiato ft. Alessandro Pestarino, Dopo la morte di Prometeo
«Ciao papà o addio papà / Io ti perdono» canta Grignani, con la voce di chi ancora fatica a camminare da solo.
«Ma distruggermi la vita non lo avrebbe guarito» dice tra i denti il protagonista del racconto che vi suggeriamo, ricordandoci quanto di fronte alla separazione, alla perdita, alla morte non ci sia giusto né sbagliato. Due narrazioni sul destino urente di chi resta.
Da leggere in una giornata che sa di primavera: perché tutto scorre.
Aspettative e fallimenti
Colapesce Dimartino, Splash ft. Nicole Trevisan, Cirrocumuli
I due cantautori siciliani salgono sul palco dell’Ariston per dirci che alla fine è «meglio [stare] soli su una nave / Per non sentire il peso delle aspettative».
E il protagonista del nostro racconto fa loro da contrappunto aggiungendo: «Il fallimento è infettivo».
Due storie che ci ricordano quanto inseguiamo destini da eroe e ci buttiamo a capofitto mimando tuffi arditi. Ma il mare è democratico: risputerà sulla sabbia le nostre ossa insieme alla plastica non riciclata.
Prima di leggere costruitevi un fortino in salotto coi cuscini del divano o uscite a fare un castello di sabbia, e abbiate cura di distruggerli.
Paura
Marco Mengoni, Due vite ft. Fabiana Castellino, La perdita
Per Mengoni solo in due si può riuscire davvero a vivere, solo in due si può restare «al buio avvolti / Solo dal suono della voce / Al di là della follia che balla in tutte le cose».
La protagonista del nostro racconto fa di tutto per arginare la paura di vivere, e di perdere: anche quando «il buco si era allargato e l’acqua si era innalzata, [lei] non era mai uscita dalla camera da letto e […] aveva pensato che si potesse vivere anche così, purché il letto sorreggesse ancora i loro corpi».
In entrambi i casi vale quanto sostiene Chandra Livia Candiani: anziché imparare a guardare la paura negli occhi ci addestriamo a guardare il mondo con gli occhi della paura. E non basta una vita per imparare la perdita, figuriamoci due.
Da leggere sorseggiando un tè matcha, preparato e servito alla maniera giapponese.
Amore o quasi
Madame, Il bene nel male ft. Elia Bazzani, Wendy
«A me resta il bene, a te resta il male / Tu mi hai saputo solamente dire […] “Sei l’errore più cattivo / Che ho commesso nella vita”». Diciamocelo: Madame canta un amore finito in cui lei rispedisce il suo ex al mittente. Ed è tutto molto umano, molto rassicurante. Ché il «finché morte non vi separi» è un filino troppo per chiunque.
A meno che non si tratti – come nel racconto che vi suggeriamo – di Wendy: sempre disponibile e sempre perfetta, una che «sapeva già tutto ancor prima che lui avesse bisogno di parlare: i punti in cui era più sensibile, la velocità a cui gli piaceva farlo, i suoi desideri più sporchi e perversi». Bisognava solo ricordarsi di metterla in carica.
Da leggere dopo aver vergato a mano una struggente lettera d’amore o aver fatto match su Tinder o Grinder.
Relazioni castranti
Elodie, Due ft. Sofia Ricci, Miss Dior
«Tu vuoi una donna che non c’è / E se ci pensi il nostro amore / È nato appena / Ma è già finito male» canta Elodie, ancora straziandosi per lui.
«Niente respiri profondi o si rompe la zip. Non è l’emozione. È questo vestito da battona che ti ha regalato. Non si arrende all’idea che in una 42 non ci entri. Devi metterti a dieta, cazzo […]» si ripete allo specchio Silvia, mentre aspetta che lui vada a prenderla per andare a cena fuori.
Se ancora non bastasse, quando non abbiamo il coraggio di chiudere una relazione castrante, ricordiamoci che viviamo nell’epoca dei sex toys.
Da leggere in una serata tra amiche sorseggiando Bloody Mary, mescolato non shakerato.
Rottura
Coma_Cose, L’addio ft. Gianmarco Maggio, Amarsi un po’
«E sparirò ma tu promettimi che / Potrò sempre ritornare da te» duettano i cantanti milanesi. E somigliano tanto a quelli che si lasciano ma poi il numero non lo cancellano, e al primo inciampo scatta la telefonata alle tre di notte.
Al protagonista del nostro racconto la chiamata arriva alle tre e un quattro: si alza, si veste ed esce per incontrarla. Ma non deve essere andata benissimo se finisce col dire: «Mi rendo conto che è finita e mi sento come liberato da un peso: ora bisogna capire come dirglielo, ma a questo ci penserò domani».
Da leggere prima di una partita a Taboo con gli amici: non barate ché fare squadra con l’ex non vale.
Libertà
Levante, Vivo ft. Marta Cristofanini, I feel pretty
«Vivo per la mia liberazione / Vivo un sogno erotico / La gioia del mio corpo è un atto magico». Levante ce lo urla, all’indomani della sua gravidanza e dopo aver attraversato una depressione post partum.
«Era bello sapere che c’era il suo corpo, e che quel suo corpo ancheggiava sulle note di Ballrooms of Mars, gesticolava uscito dal cinema, o lo si poteva incontrare per caso per strada» narra la storia che vi proponiamo, a proposito di Mirta.
Ed è proprio vero: la libertà, soprattutto di una donna, sta al di là della deontologia dei corpi.
Da leggere. Sempre e comunque
Meditazione
Ultimo, Alba ft. Chiara Bertora, Coca-Cola
La ballad di Ultimo è un invito a essere nel mondo con gli occhi di chi contempla e si sorprende: «E t’immagini […] / Se non dovessimo parlare per conoscerci, / Se non amassimo solo i nostri simili? / Forse avremmo gli occhi solo per descriverci».
La stessa atmosfera meditativa avvolge le due donne protagoniste del nostro racconto: «Nuoto nel mare tutto l’anno, quando non c’è nessuno in spiaggia. […] Mi fa sentire al mondo, avvolta in un tutto che cambia senza avere contezza di me».
Da leggere la mattina presto dopo venti minuti di yoga.
Insieme
Mr. Rain, Supereroi ft. Giorgio Pozzessere, La blatta
«A volte chiedere aiuto ci fa paura / Ma basta un solo passo come il primo uomo sulla luna» canta Mr. Rain e sembra volerci suggerire di allungare una mano e abbandonare l’idea di farcela da soli, prima che l’egodistonia di massa diventi cronica.
Oppure possiamo continuare a resistere da soli, e illuderci di essere al sicuro nella nostra stanzetta come il protagonista del nostro racconto: «Ivo sospirò, lo scarafaggio agitava ancora le zampette, il tempo annunciava la tempesta, ma solo di là, oltre la finestra».
Da leggere dopo una passeggiata al sole, non da soli.