Matrix di Lauren Groff: vita della badessa Maria di Francia in un Medioevo femminista e queer. Recensione
Autrice di sei romanzi, molti dei quali già premiati dalla critica, la scrittrice americana Lauren Groff torna in libreria con Matrix, vincitore del premio Joyce Carol Oates per il 2022, edito dalla casa editrice Bompiani nella traduzione di Tommaso Pincio. In questa nuova storia, ambientata in un Medioevo utopico, Groff crea un mondo abitato e vissuto solo da donne: una comunità tanto chiusa quanto impossibile, guidata da una virago la cui ambizione e forza fanno da struttura portante a tutta la vicenda. Matrix nasce e muore con l’incredibile badessa Marie.
Matrix di Lauren Groff: la trama del libro
Inghilterra, 1158. Matrix nasce in una giornata di pioggia e vede una giovane ragazza francese a cavallo che, furiosa, arriva tutta infreddolita nell’abbazia inglese di cui sarà in futuro badessa. L’ha mandata lì – cacciata – la regina Eleonora d’Aquitania per allontanarla dalla corte: Marie è troppo brutta, troppo alta e mascolina, troppo selvatica per essere data in moglie a un nobile del regno, e dai legami familiari troppo prestigiosi per essere abbandonata a sé stessa. La regina decide allora di mandarla in convento. La giovane è furiosa con Eleonora, prova una rabbia cieca cui si mescola un amore appassionato che non smetterà mai di farle bruciare il cuore. Dopo qualche mese di sconforto, la giovane francese decide di prendere in mano le sorti del monastero e renderlo forte, potente. Gli anni passano e la badessa Marie di Francia costruisce intorno a sé un’abbazia ricca, prestigiosa, invidiata in tutto il Paese e persino all’estero.
«Vorrebbe piangere, perchè Eleonora non riconoscerà mai la sua competenza né le chiederà consiglio, pur sapendo che anno dopo anno le suore hanno patito la fame, pur sapendo che Marie deve vendere le preghiere delle sorelle per avere il minimo indispensabile per mangiare. L’Europa non la conoscerà mai come una grande condottiera malgrado non faccia che lottare ogni giorno, anzi tutto l’anno. Il quotidiano stronca la sua grandezza».
La donna però – la «gigantessa francese», come la chiamano di nascosto – non ha solo rimesso a nuovo un monastero in rovina: quello che ha creato è un luogo sicuro, una protezione per sé e le sue sorelle da un mondo esterno ostile, sempre pronto ad approfittare delle donne, a renderle schiave, a sottometterle, stuprarle, ucciderle, truffarle. Marie gestisce l’abbazia contando solo sulla sua grande e femminile famiglia, creando un’utopia serena e tuttavia non priva di dolore e scontri. Dove c’è spazio per un amore tra donne assoluto e totalizzante.
Un romanzo che immagina la vita della scrittrice Marie di Francia e realizza un’utopia
Il romanzo si colloca all’interno di un filone di fiction storica che negli ultimi anni ha visto un incredibile sviluppo: prima con la serie di romanzi dedicati a Eleonora d’Aquitania, più recentemente con La regina del Nord edito da Sonzogno e dedicato alla vita della regina Margherita, anche Matrix racconta la biografia di una grande donna del Medioevo, ma lo fa con un’originalità e un’inventiva tali da rendere il romanzo una delle opere letterarie più interessanti del 2022. Matrix è un romanzo che parte in sordina, ha un tono dimesso e si presenta umile, raccolto in una timidezza che pian piano si dirada, fino a rivelare l’incredibile vita della badessa Marie di Francia, delle sue compagne novizie e più in generale di tutta l’abbazia da loro governata con autorità e amore.
«Prega da una vita, ma prima di questa notte pregare è stato come lanciare una moneta con un desiderio in una massa d’acqua, era una speranza dispersa indistintamente all’esterno. Non era rivolta all’austera trinità che le è imposta, ma alla Madre Vergine che ha il volto di sua madre. Perfino nella preghiera era una ribelle».
Quella descritta nel romanzo di Lauren Groff è la storia di una donna straordinaria che realizza nei fatti – con un enorme lavoro non privo di fallimenti – un mondo fatto solo di donne, una realtà in cui ognuna può essere ciò che vuole a seconda delle sue inclinazioni. C’è Goda, priora intimamente legata agli animali – molto più che agli esseri umani che la circondano –; Gytha che invece vive in un mondo tutto suo ma è in grado di disegnare illustrazioni meravigliose; Asta che ha un ingegno tanto da renderla capace di progetti ingegneristici da fare invidia ai più famosi architetti. Tutte nel monastero hanno la possibilità di essere chi desiderano, sotto la guida amorevole della badessa Marie, ambiziosa e visionaria.
«Marie si palesa di persona, agli occhi di tutti appare più grande della donna che è, appare come un mito; alcuni dicono santa, altri dicono strega, le voci si mischiano e si confondono; discendente della fata Melusina con la smania e il potere di piegare la natura alla sua volontà, imparentata con la casa reale, donna esageratamente enorme in sella al suo destriero, crociata, badessa mascolina nel volto e nel corpo, come pure per conoscenza e forza di volontà».
La scrittura di Lauren Groff in Matrix
Lo stile di Lauren Groff in questo romanzo è ciò che rende Matrix un’opera letteraria di assoluto interesse: non solo cosa c’è scritto, ma anche come è scritto. Non ci sono dialoghi diretti, non c’è mai una narrazione in prima persona, anche se l’intera vicenda la si legge esclusivamente dal punto di vista della nobile badessa francese. Matrix è immerso in un presente straniante, sospeso e fiabesco: si osservano le vicende da vicino, ma stando allo stesso tempo ben distanti. Una scelta del genere potrebbe non essere quella vincente se si tratta di scrivere un romanzo intero senza che esista la possibilità di un dialogo, di un’interazione diretta tra i personaggi: eppure Matrix è una storia che non si riesce a smettere di leggere. Scorre leggero anche se non lo è, con parole scelte con cura, in grado di descrivere con la stessa potenza natura, corpi, bellezza, visioni, fede.
A cura di Alessia Cito
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