L’erbario di Frida Kahlo: un libro illustrato per avvicinarci al mondo vegetale con le storie di una grande artista
Se dovessimo definire con un aggettivo il libro che stiamo per presentarvi diremmo che è vegetale. E non solo per il tema che tratta, ma per le diverse accezioni che ha questa parola.
Ma andiamo con ordine.
Carlotta Catellani e Chiara Gianni, ai testi, e Valentina Cascio, alle illustrazioni, hanno concertato un libro che sa di natura, forza, ambizione e speranza, allo stesso tempo. Stiamo parlando di L’erbario di Frida Kahlo (Saremo Alberi editore, 2022).
L’erbario di Frida Kahlo: di cosa parla il libro illustrato? Una storia, tante trame
L’erbario di Frida Kahlo non è una biografia dell’artista messicana, ma il racconto della sua arte attraverso gli elementi che hanno contraddistinto le sue opere e il suo stile: le piante e similari.
Ogni pagina di questo libro contiene le storie di Frida. Si raccontano i vegetali che ha dipinto nelle sue opere con un focus su nascita, crescita e accudimento della pianta stessa. Ad esempio, quanto il mais ha avuto importanza per Frida?
«Nel periodo in cui la pittrice dipinge il quadro I frutti della terra, Diego le chiede il divorzio, il cielo diventa cupo e minaccioso e i frutti del suo giardino improvvisamente si seccano. Frida però non si perde d’animo, anche dal suo letto a baldacchino dissemina messaggi di speranza, tanto che tra le foglie secche compaiono allegri e dorati chicchi di mais».
Ed è qui che, girando la pagina, troverete un ritratto monografico sul mais. Ma nel libro sono protagonisti anche cactus, frutti del drago, cipresso di Montezuma, magnolia, vite, papaya e tanto altro.
A questo si alternano racconti sulla vita di Frida: l’incidente, la separazione dal marito, la vendita della sua prima opera in Francia, tutto contornato dal verde e dal tocco delle illustrazioni di Valentina Cascio che rende in immagini quello che Catellani e Gianni narrano.
Il messaggio di L’erbario di Frida Kahlo
L’intento delle autrici è chiaro fin dalla premessa: «L’obiettivo è quello di avvicinare bambine e bambini alla sua [Frida Kahlo] arte, con un focus su alcuni dei fiori e delle piante presenti nei quadri».
Arrivati all’ultima pagina troverete riscontro di quanto detto all’inizio. Ma noi ci leggiamo anche altro, vediamo in quest’opera un potenziale che non guarda solo al mondo dei piccoli, ma anche a quello degli adulti.
In questi anni in cui stiamo «rischiando» che la maggiore produzione di vino (vigneti) si sposti addirittura in Inghilterra per via del cambiamento climatico, questo testo aiuta a sensibilizzare, nel suo piccolo, verso temi come il rispetto dell’ambiente e della natura.
Attraverso il racconto di Frida Kahlo, l’erbario ci avvicina al mondo delle piante, dei frutti e dei vegetali. Ricollegandoci, infatti, a quanto brevemente accennato nell’introduzione dell’articolo, questo libro è vegetale tanto quanto lo è stata – per un lungo tempo – Frida Kahlo, immobilizzata a letto a causa di un incidente. E se la natura è stata colei che ha aiutato l’artista messicana a sconfiggere il dolore e la malattia, allora perché non può esserlo anche per noi? Kahlo, infatti, dipingeva tutto ciò che vedeva dalla postazione limitata del suo letto: frutti, piante, fiori del suo giardino; ed è per questo che la produzione artistica di Kahlo è piena di elementi vegetali e similari.
L’erbario di Frida Kahlo è un invito a prendersi cura delle piante, della natura che ci circonda, perché se noi aiutiamo lei, anche lei potrà aiutare noi.
La storia (vegetale) di Frida Kahlo illustrata
Le illustrazioni sono tutte ad opera di Valentina Cascio, già illustratrice di Rivista Blam!
Cascio è stata brava nell’uso del colore all’interno delle composizioni. Tutto è talmente verosimile che sfogliando il libro sembra di avvertire un sentore erbaceo. Prevalgono i colori che usava Frida per dipingere le nature morte: in particolare le sfumature di verde e marrone, quelle date dalle foglie e dagli arbusti. Il tratto di Valentina Cascio è morbido e delicato nelle linee di contorno, soprattutto nei disegni che ritraggono il viso dell’artista messicana. Nessun segno spigoloso, tutto si risolve in linee armoniche che mostrano la freschezza della natura.
A cura di Antonella Dilorenzo
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