Ritratti di scrittori: Karen Blixen, chi era? Scoprilo in 5 parole

 Ritratti di scrittori: Karen Blixen, chi era? Scoprilo in 5 parole

Ritratto illustrato di Sonia De Nardo

Karen Blixen (1885-1962) è nata e morta a pochi metri dal Mare del Nord, in una tenuta appena fuori Copenhagen, Rungstedlund, che oggi è una casa-museo. Dopo il divorzio, il fallimento dei progetti imprenditoriali in Kenya e la morte dell’amante, si è vista costretta a lasciare l’Africa e a tornare in Danimarca, nella proprietà di famiglia, depressa e senza un soldo, chiedendo alla madre di finanziarle i primi due anni da scrittrice. Blixen è sepolta in giardino, accanto a Pasop, il suo adorato cane lupo. Ha sempre scritto in inglese e ha pubblicato le sue opere usando diversi pseudonimi: Isak Dinesen (un nome maschile associato al cognome da nubile) è quello più noto, con il quale ha firmato la prima raccolta di racconti, Sette storie gotiche, pubblicata negli Stati Uniti perché gli editori danesi e inglesi ritenevano le trame eccessivamente fantasiose.

Per rendersi conto della grandezza raggiunta basti dire che Hemingway, nel discorso per il conferimento del Nobel, dichiarò che avrebbe preferito veder assegnato il premio «alla magnifica scrittrice Isak Dinesen» e lei, dotata di un gran senso dell’umorismo, ammise che sì, in effetti, dal punto di vista economico sarebbe stato molto meglio se il Nobel lo avesse ricevuto lei.

 

Karen Blixen: chi era la scrittrice in 5 parole

Essenza

Preferiva essere definita una cantastorie. Aveva iniziato a scrivere di notte, per distrarsi dal fallimento che incombeva sull’impresa africana di piantare caffè a duemila metri di altezza. I primi due racconti di Sette storie gotiche sono stati scritti in Africa, con la Croce del Sud a mostrarle la via; tornata in Danimarca continuerà a scrivere per distillare il dolore dell’esperienza in storie, attraverso il potere dell’immaginazione, e continuerà a farlo di sera, perché «al sopraggiungere del crepuscolo, quando si accendono la prima stella e la prima candela, le cose rivelano la loro vera essenza». Per lungo tempo Blixen cercherà anche nel cielo danese la costellazione della Croce del Sud, come fanno i marinai per mantenere la rotta. Per descrivere la sua vita le è sempre venuto naturale ricorrere alla metafora della navigazione, perché era cresciuta a due passi dal mare e aveva spesso attraversato in barca con i fratelli lo stretto di Øresund. Quella striscia di mare larga appena quattro metri separa la Danimarca dalle coste svedesi e, durante la Seconda guerra mondiale, è stata percorsa senza sosta da pescherecci carichi di ebrei che cercavano la salvezza nella neutrale Svezia. I membri della Resistenza, incaricati di tenere nascosti gli ebrei in attesa di imbarcarsi, avevano le chiavi di Rungstedlund, casa Dinesen.

Padre

Per tutta la vita, nella trama delle sue storie, negli uomini da amare e nelle avventure in mezzo alla natura Karen Blixen ha cercato di ritrovare gli echi del rapporto con il padre. Wilhelm Dinesen era un uomo profondamente attratto dalla libertà, dalla wilderness e dalla saggezza primitiva dei popoli indigeni: saranno proprio queste ragioni a spingere la scrittrice danese verso l’improbabile avventura africana. Suo padre era stato per lei l’alternativa al mondo formale e autoritario delle donne di casa; la portava nei boschi o in barca sullo stretto, le insegnava a cacciare e a guardare il mondo con occhi diversi: in tutti i racconti di Blixen, dagli esordi di Sette storie gotiche fino a Ehrengard, il suo ultimo lavoro, pubblicato postumo, troviamo l’attraversamento di un confine, dal domestico al naturale. Il padre aveva amato una cugina morta ventenne, si era ammalato di sifilide, e, nonostante il rapporto intenso con Tanne – così chiamava la sua figlia preferita –, si impiccò a una trave di casa qualche giorno prima del decimo compleanno della bambina: per una curiosa ripetizione del destino Blixen sposerà un cugino, il barone von Blixen, si ammalerà gravemente di sifilide e farà della perdita del padre il granello attorno al quale formare la perla della scrittura.

Shakespeare

Karen Blixen non sarà più la stessa dopo che la sua insegnante privata avrà finito di leggere a lei e alle sorelle, ancora bambine, un brano tratto da un’opera di William Shakespeare. Lei stessa confidò alla sua biografa che quello fu uno degli avvenimenti più importanti della sua vita. Da allora ha mandato a memoria decine e decine di passi del «Maestro» e lo ha spesso evocato nei suoi racconti. «Il mondo è tutto un palcoscenico», citazione tratta da Come vi piace, è il leitmotiv intuibile in quasi tutti i suoi racconti.

Ogni personaggio si trasforma nel Puck di Sogno di una notte di mezza estate tutte le volte che si addentra nel bosco, venendo in contatto con la magia del mondo naturale, e Titania, il soprannome dato a Karen Blixen dal suo grande amore, il pilota Denys Finch Hatton, era la regina delle fate nella stessa commedia shakespeariana. Il racconto Tempeste è un’avventura tutta costruita a spirale intorno a La tempesta di Shakespeare, dove il naufragio degli attori che interpretano Prospero e Ariel ricorda un gioco di matrioske. Infine Alkmene è l’alter ego di Blixen in un racconto tragico e autobiografico contenuto nella raccolta Racconti d’inverno che, neanche a dirlo, è un omaggio all’opera shakespeariana Il racconto d’inverno.

Destino

La raccolta di racconti forse più nota in Italia, che contiene anche Il pranzo di Babette, è stata tradotta con il fortunato titolo Capricci del destino; nell’originale, però, la parola usata è anecdotes, aneddoti. Per Blixen il destino, pur rimanendo indecifrabile, non faceva capricci, bensì lasciava tracce, echi da percepire nel silenzio e intorno ai quali costruire storie. Karen Blixen comprese presto quanto fosse solitaria e isolata l’esistenza di uno scrittore, ma, ben consapevole che solo nella fantasia si trova la liberazione, accettò di buon grado il suo destino. Preferì per tutta la vita le infinite possibilità del mondo dei sogni piuttosto che il compromesso della realtà. Da giovane studiò arte all’Accademia Reale di Copenhagen e rimase incantata dalla regolarità delle leggi della prospettiva; molti anni più tardi paragonerà le stesse leggi a quelle seguite dal destino, che può portare a un risultato perfetto, ma alla minima negligenza si vendica con un potere spaventoso, compromettendo l’intero lavoro.

Risposte

Il discorso pronunciato da Karen Blixen nel 1959 al National Institute of Arts and Letters di New York è contenuto nella raccolta Dagherrotipi con il titolo I motti della mia vita e merita di essere letto sia perché spicca per modernità (la differenza fra i bambini osservatori/creatori della generazione di Blixen e i bambini consumatori della generazione successiva non si discosta molto dal gap fra i nostri millennial e i loro genitori), sia perché ben sintetizza le diverse tappe nella vita della scrittrice danese. è lei stessa a spiegare come la sua età adulta si sia definita intorno al motto Je responderay: una risposta è cosa molto più rara di quel che si pensi – spiega Blixen –, tante persone intelligenti non ne hanno alcuna e con loro non vale neppure la pena continuare a parlare, perché non si otterrà nulla all’infuori di un doppio monologo. L’antico motto francese «io risponderò» è stato da lei adottato anche per il contenuto etico: sarò responsabile, corrisponderò all’impressione che do, risponderò di quello che dico o faccio. E così farà per tutta la vita, come una Desdemona scandinava che alla domanda «chi è stato?» non accuserà Otello di averla strangolata, ma morirà subito dopo aver risposto: «Nessuno, io sola».

Karen Blixen: i libri da leggere per conoscere questa scrittrice

  • Ehrengard, Adelphi, 1979
  • Capricci del destino, Feltrinelli, 1962
  • Dagherrotipi, Adelphi, 1995
  • Il matrimonio moderno, Adelphi, 1986
  • Lettere dall’Africa, Adelphi, 1987

A cura di Maggie Kock Cavalieri

Blam

Articoli Correlati

1 Comment

  • Carino l’articolo! Ho trovato 2 libri di Karen Blixen in un mercatino dell’usato e che devo ancora iniziare, ma l’articolo mi ha messo curiosità e penso anticiperò la lettura. I libri sono Ultimi Racconti e Racconti d’inverno.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *