I milioni di Santiago Lorenzo: il romanzo di un giocoliere della parola. Recensione
A distanza di due anni dal successo di Gli schifosi, che ha permesso alla neonata Blackie edizioni di farsi conoscere nel panorama editoriale indipendente italiano, Santiago Lorenzo raggiunge nuovamente il nostro Paese grazie alla traduzione del suo romanzo d’esordio, I milioni, scritto e pubblicato in Spagna nel 2010. Un’opera tanto ribelle e fuori dagli schemi, quanto ironica e tenera.
I milioni di Santiago Lorenzo: la trama del libro
Madrid, 1986. Da quando Francisco ha scelto di prendere parte al GRAPO – gruppo terroristico di estrema sinistra realmente esistito in Spagna – è costretto a vivere in clandestinità e completa solitudine in un sobborgo malfamato della città. La giornata di Francisco è scandita da una serie di rituali piuttosto squallidi, primo fra tutti ispezionare il tavolino del bar dove ogni mattina fa colazione alla ricerca del segnale – tre gomme da masticare appiccicate al ripiano di legno – per compiere la sua prima vera azione terroristica. Peccato che le cose non si mettano bene per Francisco che, goffo e insicuro, inanella un errore dopo l’altro mandando all’aria l’operazione. Non solo. Il destino si accanisce contro di lui quando, quasi senza accorgersene, si trova tra le mani il biglietto vincente della Lotteria Primitiva Nacional con il diritto a riscuotere un premio di duecento milioni di pesetas. Peccato che Francisco non possieda nulla, nemmeno la sua carta d’identità.
«Lì si indignò del tutto. Non ne poteva più. Solo, si era sempre sentito. Ma così solo, mai.»
Emarginazione e riscatto sociale: I milioni è il trionfo dell’antieroe moderno
Le paranoie di Francisco, le sue goffaggini, le sfortune incredibili a cui lui, sconsolato, si adatta mescolando rabbia a disperazione, si intrecciano con il destino di Primitiva Garcia, giornalista spiantata che, pur di guadagnare con la scrittura, si accontenta di scrivere per l’Actual Noticias, una di quelle riviste gratuite piene zeppe di pubblicità che si distribuiscono fuori dai centri commerciali. Primitiva viene incaricata dal suo caporedattore, Emilio Toharia, di indagare sull’identità del vincitore ancora sconosciuto della lotteria. Ciò che accade da questo momento in poi è puro intrattenimento: l’incrocio di due essere umani estremi, così sfortunati e insieme così incredibilmente felici. Pensare che questi due personaggi, poco eroici ma innamorati della vita, possano sorreggere l’intera architettura del romanzo è insieme consolatorio ed esaltante. In I milioni va in scena il riscatto, o almeno un suo tentativo, di due emarginati sociali che solo insieme riescono a dare un senso al loro mondo.
«Francisco si odiò perché era un babbeo sociale. In questi casi in cui si trovava in imbarazzo perché era un mentecatto contorceva le dita del piede sinistro dentro la scarpa, in un gesto involontario che poteva fermare soltanto la paura di lacerare senza necessità le giunture della calzatura.»
La scrittura di Santiago Lorenzo
Santiago Lorenzo è un vero giocoliere della parola. L’autore modella il linguaggio a suo piacimento articolando circonlocuzioni complesse, anche difficili da districare, o inserendo nel testo una serie memorabile di epiteti, uno più divertente dell’altro, con cui riferirsi ai suoi personaggi. L’effetto finale è un uso giocoso e sorprendente della parola, che lascia il lettore a bocca aperta. Alcune pagine risultano così surreali ma insieme così verosimili, che impediscono (piacevolmente) l’interruzione della lettura, tanto più che il ritmo del racconto cresce, divenendo via via più incalzante, come una spirale che si stringe attorno ai protagonisti fino al finale. Vale la pena leggere I milioni per assaporare ogni scelta linguistica, particolarissima, del suo autore, ma anche per vivere un’avventura originale, stravagante e insieme molto tenera.
a cura di Silvia Ognibene
@silviabookolica