Illustratori italiani: intervista a Marianna Balducci. Le sue illustrazioni, i suoi libri, la sua storia.

 Illustratori italiani: intervista a Marianna Balducci. Le sue illustrazioni, i suoi libri, la sua storia.

Una laurea in moda e comunicazione, una passione per il disegno che scoppia dopo aver messo su un’azienda grafica con dei colleghi, tanta fantasia e talento, e una frangetta rossa che la contraddistingue. Accanto alla sua tavoletta grafica, sulla sua scrivania a farle compagnia mentre lavora ci sono “un temperino anni ‘30 a forma di faccia buffa, un dinosauro di plastica che sorride, un vecchio campanello da reception, una moka convertita in porta oggetti”. L’illustratrice della settimana è Marianna Balducci e la sua storia ce la racconta proprio lei.

Chi sei?

Sono Marianna Balducci, in rete ormai da tempo immemore fedele all’hashtag #chidisegna, nella vita devota a frangetta e fluente chioma rossa perennemente in disordine.

Cosa fai e dove vivi?

Sono una disegnatrice laureata in moda che lavora nella pubblicità e nell’editoria per bambini e ragazzi, con casa base a Rimini che è anche la mia città d’origine.

Com’è la giornata tipo di un’illustratrice?

Organizzata il più possibile per lasciare alla progettazione e al disegno il giusto respiro, gestendo però anche tutta quella parte di lavoro non disegnato che, in quanto freelance, mi tocca (email, contatti coi clienti, burocrazia, autopromozione). Lavorare a casa aiuta l’incastro con le incombenze domestiche, avere la libertà di cambiare aria ogni tanto è altrettanto funzionale a far cambiare ritmo ai pensieri e alla mano.

Ci racconti il momento in cui hai deciso che il disegno sarebbe stato il tuo lavoro?

Dopo qualche esperienza lavorativa post laurea nella moda e nella comunicazione, ho intrapreso con dei colleghi una piccola avventura imprenditoriale in cui mi occupavo anche della grafica (per la nostra azienda e per altri clienti). È stato durante questo periodo che le mie proposte disegnate sono diventate sempre più richieste. Da sempre coltivavo il disegno con grande costanza e passione, ma è stato lui a bussarmi sulla spalla e a dirmi che era il momento di crederci.

È ormai luogo comune, frase fatta (chiamiamola come ci pare) che in Italia non si vive di arte. Tu ci riesci? Con quali difficoltà (o facilitazioni)?

Io ci riesco, specialmente grazie al lavoro pubblicitario. Per partire è stato fondamentale costruire una rete di contatti professionali sul mio territorio. Successivamente, usare il web e darmi obiettivi sempre più mirati mi ha permesso di consolidare il mio ruolo. Sono ancora in divenire (la mia esperienza da autrice e illustratrice di libri è appena iniziata), ma difendo con le unghie e con i denti questo mestiere finché posso chiamarlo tale, anche se all’inizio è stato indispensabile affiancargli altri lavori (nel mio caso comunque sempre nell’ambito della comunicazione e della creatività).

Marianna Balducci - ph. Fabio Gervasoni
Marianna Balducci – ph. Fabio Gervasoni

Dicono che chi ha un talento artistico in un ramo specifico, spesso ne ha anche in un altro ambito. Quali altri talenti possiedi?

Mi è sempre piaciuto cantare e ho avuto per diversi anni una band con cui poterlo fare con grandissimo divertimento. La musica non è mai stata un mestiere, ma piuttosto un bellissimo modo per superare ansie e resistenze personali e a incanalare tanta emotività disordinata.

Com’è il tuo tavolo di lavoro? Pieno di…? Sigarette? Birra? Acqua? Tisana? Whisky? Cioccolata? Nulla?

Di sicuro pieno, sempre. Sono molto disordinata. Avere una casa piccola forse è quasi una salvezza in questo senso. Sul tavolo trovano posto il computer e la Cintiq, ma anche una piccola zona dedicata al lavoro tradizionale. Mi circondo anche di oggetti che mi mettano di buonumore (un temperino anni ‘30 a forma di faccia buffa, un dinosauro di plastica che sorride, un vecchio campanello da reception, una moka convertita in porta oggetti,…), e ho una bacheca piena di tracce di incontri, colleghi, affetti.

Qual è il soggetto che ti piace disegnare di più?

Mi piacciono i personaggi in generale, ma forse più di tutti ho simpatia per i pennuti. Adoro disegnare oggetti coi piedini.

Qual è la richiesta più strana che ti hanno fatto?

Di intervenire su una vecchia foto di famiglia (io ho fatto diverse illustrazioni di questo genere partendo da foto vintage di sconosciuti) per cancellare una persona e sostituirla con qualcosa che fosse associata a una cosa bella.

Ci racconti il progetto più bello su cui hai lavorato?

Non riesco a fare gerarchie. Ci sono stati progetti che mi hanno sorpreso perché sono arrivati a darmi fiducia in un momento importante come il video in stopmotion realizzato per Dominic Miller (il chitarrista di Sting), altri che mi hanno permesso di conoscere realtà dense di umanità come le favole doppiate dai laboratori teatrali dei ragazzi con disabilità della cooperativa La Fraternità di Bologna, oppure il mio primo libro per piccoli (Il viaggio di Piedino, scritto da Elisa Mazzoli e pubblicato da Bacchilega junior) che mi ha permesso di esordire sul mercato editoriale proprio sperimentando il mix tra disegno e fotografia che amo tanto. Per quel che riguarda i progetti personali, tra i più belli (perché ha smosso delle cose nuove) c’è sicuramente il mio Personal Rorschach test, una serie di macchie d’inchiostro casuali che, giorno dopo giorno per un mese, ho trasformato in disegni compiuti finendo col rappresentare cose che nemmeno pensavo di avere nel mio archivio mentale.

Personal Rorschach Test_Gilda e Vampussa_illustrazione_marianna_balducci
Personal Rorschach test

A quali progetti stai lavorando adesso?

Accanto alle campagne promozionali per clienti vari, ci sono i nuovi libri in uscita a partire dalla primavera 2020. Tra questi c’è un libro a cui tengo moltissimo, ispirato a una mia illustrazione (il Ballo delle foglie gialle) che in questi ultimi anni mi ha portato molta fortuna.

Ci dici i tuoi tre illustratori preferiti dandoci la motivazione?

Jean Jullien per le brillanti idee sintetiche e spesso provocatorie, Benjamin Chaud per l’umorismo e le composizioni giocose, Manuele Fior per l’eleganza e l’emotività.

Graphic novel, albi illustrati, strisce. Ci indichi tre lavori di tre autori che hanno segnato la tua carriera?

Le straordinarie avventure di Pentothal di Andrea Pazienza (un fumetto) che per la prima volta da ragazzina mi ha messo davanti a un segno carico di identità, urgenza, violenza, esigenza di comunicare; Il barone di Munchausen illustrato da Adelchi Galloni (un albo), uno dei libri che mi porto dietro fin da bambina e che hanno segnato il mio immaginario; Grammatica della fantasia di Gianni Rodari (un saggio), recuperato da adulta e faro illuminante del modo di lavorare che mi piace.

Se questo momento storico italiano fosse un disegno, sarebbe?

Difficile sintetizzare in un unico disegno la complessità di un mondo intero, preferisco rappresentare come vorrei che fosse: più attento e rispettoso delle buone idee, specialmente quelle che ci portano con fiducia verso l’altro o alla scoperta di qualcosa di nuovo senza pregiudizi.
Questo è l’Alieno, il disegno che Marianna Balducci ha concesso per noi in risposta all’ultima domanda.
Un'idea_alieno_illustrazione_marianna_balducci
Trovate Marianna Balducci ovunque su web e social:
Immagine di apertura: Un’illustrazione tratta dall’albo “Dicono di me. La Gioconda” scritto da Davide Calì, edito da HOP edizioni quest’anno. Il libro svela i segreti della Monnalisa in modo ironico.

Antonella Dilorenzo

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