Il racconto del mercoledì: L’algoritmo di Carlo Maria Vadim
Mi sono lasciato convincere da Lele a installare sullo smartphone un’app che si chiama UMORE. Lui mi ha detto: «Guarda Carlo, la mattina la attivi, rispondi a dieci domande, e al termine ti dice quale è il tuo umore per quel giorno».
Gli ho risposto: «Ma di che umore sono lo so anch’io, che bisogno c’è?».
«Eh no, tu la fai facile. UMORE è molto sofisticata. Elabora le tante variabili che entrano in gioco sull’umore. Ci sono otto livelli: umore ottimo, buono, discreto, accettabile, mediocre, scarso, cattivo, pessimo. Al termine ti dice qual è il tuo.»
«Capisco. Ma senti che domande mi fa?»
«Allora… fa domande random, che cambiano ogni giorno. È un’app di intelligenza artificiale… Resterai sbalordito!»
«Sì, vabbè, tipo?»
«Ti dico cosa ha chiesto a me stamattina, guarda. Primo m’ha detto: “Al risveglio hai notato occhi accesi o spenti?”. Poi: “Nel fare un gargarismo hai emesso note alte o basse?”. Tre: “La lingua è chiara o scura?”. Quattro: “Al risveglio hai notato se la bocca è contratta o distesa?”. Cinque: “Le ascelle erano umide o asciutte?”. Sei: “Ricordi qualche sogno?”. Sette: “Hai fischiettato sotto la doccia?”. Otto: “Hai guardato il cielo dalla finestra?”. Nove: “Hai dato un po’ d’acqua alle piante?”. “Dieci: “Hai messo scarpe con le stringhe o senza?”.»
Ho detto a Lele che volevo pensarci.
L’indomani gli ho chiesto: «E oggi UMORE che domande ti ha fatto?».
E lui: «Non è che tutti i giorni ti devo raccontare cosa mi chiede UMORE».
Al che ho replicato: «Ma se uno durante il giorno cambia umore che fa?».
E lui: «Devi riattivare UMORE e rispondere di nuovo a tutte le domande. E lei ti assegna il nuovo umore. Però, oh, non ti scordare che non la puoi attivare più di due volte al giorno. Se la interroghi la terza volta quella si disinstalla e ti manda un messaggio. Una roba tipo “non fai per me, amico, sei di umore troppo variabile. Lasciami perdere”».
«Permalosa ’sta app.»
«No, Carlo, lei capisce che sei un rompi. Quella c’ha l’intelligenza artificiale. Però puoi fare una cosa: la puoi scaricare di nuovo dandogli credenziali diverse.»
«Ho capito. Dai, allora domani ci provo.»
Ma la cosa è durata un giorno. Di mattina mi aveva assegnato UMORE ACCETTABILE, poi di pomeriggio, l’ho riattivata e mi ha dato UMORE CATTIVO, ma la stessa sera, ché mi sentivo strano, l’ho attivata nuovamente dimenticandomi che l’avevo fatto due volte. A quel punto si è disinstallata e mi ha piantato.
Allora l’ho riscaricata. Ho cambiato credenziali ma, ingenuamente, ho messo la stessa password. Beh, lei, UMORE, se n’è accorta e l’ha presa male. Mi ha risposto con questo messaggio:
MI PRENDI IN GIRO: TU SEI CARLO E SEI GIÀ STATO ESCLUSO PERCHÈ SEI UN ROMPI. LA MIA INTELLIGENZA ARTIFICIALE NON PERMETTE QUESTI RAGGIRI.
Oggi Lele l’ho evitato per non dirgli che sarò anche un rompi, ma che tutti questi algoritmi sono una fregatura e che UMORE è l’essere intelligente più stupido che abbia mai incontrato. Figurarsi se devo farmi venire il malumore da un’app permalosa!
Carlo Maria Vadim