Di chi è la colpa di Alessandro Piperno: un esame di coscienza in formato famiglia. Recensione
Il nuovo romanzo di Alessandro Piperno esplora le ambiguità dei legami familiari e dei vincoli di sangue, attraverso la lente deformante della colpa. Il giudizio retrospettivo su una serie di avvenimenti, che hanno stravolto il corso della vita del protagonista, scandaglia nei dettagli le relazioni e le geometrie variabili di una famiglia disfunzionale.
Di chi è la colpa di Alessandro Piperno: la trama del libro pubblicato da Mondadori
La vicenda inizia con un episodio tratto dall’infanzia del protagonista, Alessandro, che una mattina riesce a salvarsi dalle punizioni corporali di un supplente zelante grazie all’iniziativa del padre che invece di portarlo a scuola gli regala una gita al mare. A partire da quel momento, la storia si dipana facendo emergere una famiglia in equilibrio precario, assillata dai debiti e dai dissesti economici prodotti dalle avventure imprenditoriali del padre e governata in maniera integerrima da una madre dogmatica e tenace. Una famiglia nella quale è in corso un eterno litigio.
Le figure dei genitori emergono sullo sfondo dell’adolescenza pacata e anonima di Alessandro che si svolge in un quartiere popolare di Roma, senza grandi intoppi e senza contatti con i parenti materni. Il primo punto di svolta del romanzo ha luogo quando il protagonista scopre che il riserbo coltivato dalla madre nei confronti del suo passato nasconde l’esistenza di un ramo facoltoso della famiglia con cui sono stati interrotti i contatti anni prima. Si tratta dei Sacerdoti, una ricca e illuminata casata di origini ebraiche i cui membri diventano sempre più importanti nella vita di Alessandro finché le vicende delle due famiglie si intrecciano indissolubilmente coinvolgendo, specialmente, uno zio egocentrico e una cugina affascinante e sfuggente.
Quando sembra che la nuova famiglia d’adozione possa rappresentare per Alessandro una via d’uscita in grado di tirarlo fuori temporalmente dagli asfittici e insolvibili problemi tra i genitori, accade un evento tragico: al ritorno da un viaggio a New York, Alessandro si accorge che la situazione in famiglia è precipitata e una notte, in maniera inaspettata, diventa testimone di un fatto che sconvolgerà la sua vita e le sorti della famiglia. La seconda parte del romanzo segue il protagonista lungo una traiettoria di allontanamento e riavvicinamento marcata dall’assillo di stabilire le responsabilità e di attribuire le colpe.
La bellezza di una lingua barocca, travolgente ed estrosa
Il romanzo di Piperno deve molto del suo fascino alla padronanza di una lingua viva, intelligente, a tratti acrobatica, che insegue, in maniera funambolesca ed efficace, le mille sfaccettature delle relazioni tra persone, tanto diverse quanto vicine, legate dall’affetto, dalla stima o dal rancore. La vicenda si sviluppa tra colpi di scena che stravolgono la rotta dei personaggi e segmentano lo sviluppo della trama in blocchi diversi; motivo per cui diventa ancora più importante il fatto che la storia sia sorretta dall’impalcatura solida di una voce narrante dal timbro sempre brillante, vivace e riconoscibile in grado di cementare il tutto in un insieme coerente.
I personaggi sono descritti, rifiniti e addirittura vivisezionati con una precisione e un’abbondanza di dettagli da rendere quasi epiche le loro caratteristiche salienti: il vitalismo estroso e malinconico del padre, il rigore ma anche l’ambivalenza morale della madre, l’affabulazione travolgente e le maniere da dandy di Zio Gianni, la coerenza appassionata della cugina Francesca. Piperno riesce a costruire personaggi a tutto tondo che si muovono, si scontrano e si amano in un contesto le cui descrizioni hanno il pregio di essere facili da visualizzare grazie all’attenzione per i particolari.
Confrontarsi con la fatica di attribuire le colpe
Il tema della colpa è declinato in una dimensione familiare. L’arco narrativo di Alessandro è il prodotto di una tensione: lo sforzo di misurare e identificare gli errori altrui che hanno portato ad eventi tragici difficili da assimilare. In che misura il protagonista è coinvolto in questi errori? Quali sono le sue colpe? Il romanzo mette in scena l’esercizio faticoso e dialettico del dover fare i conti con fatti di famiglia che ci interessano in prima persona, sui quali tuttavia non abbiamo grande presa, né potere. Eventi che ci travolgono e rispetto ai quali scopriamo la nostra parte di responsabilità proprio quando cerchiamo di slegarci, di allontanarci radicalmente, di negare le colpe. È questa la chiave di volta di un testo che è anche, tra le tante cose, un romanzo di formazione e una storia di crescita e di confronto con il mondo ambiguo e complesso degli adulti.
a cura di Annalisa Maitilasso