Il racconto del mercoledì: Ave Maria di Caterina Bonetti

 Il racconto del mercoledì: Ave Maria di Caterina Bonetti

Illustrazione di Francesca Vitolo

A volte prego; Dio non me ne voglia o chi per lui.

Ave, o Maria

Quando ero piccola raccoglievo fiori di viburno nelle aiuole che dividevano la scuola dalla strada. Facevo piccoli bouquet bianchi, dall’odore nauseante. Stringevo i gambi con un filo d’erba pelosa, li portavo ai piedi dell’altare, nella cappella del convitto.

Restavo inginocchiata davanti alla Madonna di gesso: il velo azzurro e i piedi bianchi, gelidi, appoggiati su una sfera di stelle trapuntate.

Aspettavo il male alle ginocchia, il freddo e le formiche ai piedi, lungo gli stinchi. Le mani intrecciate strette e gli occhi bassi. Contavo le mattonelle esagonali rosse, nere e bianche. Quattro rosse, una nera, sei bianche. Quattro per uno quattro, quattro per sei ventiquattro.

Dieci Ave Maria non sempre bastano. Le ripetevo con le tabelline.

La cappella sapeva di cera, di lana a fine ottobre quando la togli dai bauli, d’incenso dopo messa. I fiori alla Madonna, le preghiere perché tutto vada bene e che non succeda nulla di male ai miei cari, valeva per tutti, anche quando, per un peccato qualsiasi, la punizione sembrava potersi abbattere priva di grazia sulle loro teste.

La Madonna perdona e intercede, è una donna, una mamma. Allora la prego così tanto che mi dovrà per forza ascoltare. Dieci Ave Maria per la mamma e il papà, una per mio fratello, che è piccolo e i piccoli non muoiono se non vanno per i campi, vicino a vecchi pozzi. Cinquecento lire: non ho i soldi per accendere la candela. La sfilo da sotto il candeliere, allungo la mano. Altre dieci Ave Maria, un altro peccato.

Piena di grazia

A volte prego quel Dio a cui ho preferito la libertà di una colazione tranquilla la domenica mattina, le lenzuola segnate in un pomeriggio d’estate a letto, in due, le tapparelle abbassate e la tv accesa. Ancora dieci Ave Maria; ho forse sbagliato? Occorre pentirsi per una cosa che non nuoce a nessuno. Non vieni a messa con noi?, non rispondo nemmeno; allora noi andiamo. Lo scatto alla porta e sono libera di non trovare pace. Se solo riuscissi a prendere sonno…

Succederà qualcosa di brutto, me lo sento, prima o poi. Succede sempre, comunque.

Il Signore è con te

A volte prego; qualcuno ha pregato per me. Poi è morto e anche questo succede sempre. Prego per chi ci credeva e Che dio ti benedica, prima di andare, Ti raccomando alla Madonna.

Prego perché chi ha pregato una vita per i suoi morti abbia la pietà dei suoi vivi. Una sola preghiera, a letto, fra le lenzuola e la maglietta appiccicata alla pelle. Ricordo tutte le parole, potrei recitarle al contrario. Sarebbe una bestemmia? E se fosse? Che importa a Dio di piangere per quel che esce dalla mia bocca o dalle mie braccia? Ma non mi dona, come a mio modesto parere. Disdicevole. Servirà? La pietà non è una truffa.

Cinque Ave Maria, un Eterno Riposo, cinque Ave Maria. Il rosario missionario o forse ricordo male. L’ultima per chi mi sarò scordata.

Non è per me. Per me basterà un bicchiere di bianco, anche non per sempre, anche non per le feste. E così sia.

Caterina Bonetti

 

Blam

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