Blackie Edizioni: dalla Spagna all’Italia con il Quaderno di compiti per le vacanze (e non solo). Storia della casa editrice

 Blackie Edizioni: dalla Spagna all’Italia con il Quaderno di compiti per le vacanze (e non solo). Storia della casa editrice

Nata in Spagna da due fondatori con un forte legame con l’Italia, la casa editrice porta il nome di una cagnolina e si è imposta in poco tempo nel panorama editoriale nostrano con libri che sono diventati dei veri e propri oggetti di culto. Da David Bowie ai molto apprezzati romanzi di Santiago Lorenzo e Irene Solà, Blackie Edizioni ha un catalogo di libri cartonati immediatamente riconoscibili e il primo titolo di un autore italiano in uscita in primavera. Forse avete amato il Quaderno di compiti delle vacanze per adulti quest’estate ma probabilmente non sapete in quale circostanza è stato ideato. Ve lo raccontiamo nella nostra intervista.

Blackie Edizioni è stata lanciata nel nostro paese nel 2019 ma le sue radici sono sia italiane che spagnole. Qual è la storia dietro questa casa editrice?

Alice e Jan, i fondatori di Blackie Books in Spagna, sono entrambi bilingui; si sono conosciuti alla scuola italiana di Barcellona. Hanno fondato la casa editrice con il sogno di pubblicare Rodari in spagnolo. Dopo 10 anni di grande successo editoriale hanno concretizzato il progetto e il sogno di aprire Blackie Edizioni in Italia. Durante la loro esperienza editoriale erano entrati in contatto con Mario Bonaldi e insieme hanno deciso di iniziare con lui l’avventura in Italia rendendolo Direttore Editoriale.

Sono stati più gli ostacoli o gli incoraggiamenti in questa prima fase italiana?

Dopo un anno di esperienza possiamo dire che gli ostacoli sono stati e sono parecchi: è molto difficile emergere nel panorama editoriale italiano, le case editrici sono molte e molte hanno un’identità ben definita e dei lettori molto affezionati. Il mondo della promozione è complesso e farsi conoscere non è cosa facile. La pandemia in corso non ha reso le cose più semplici: non c’è stata la possibilità di partecipare a fiere, Salone del Libro, fare presentazioni, far arrivare gli autori dall’estero. Ma il pubblico di lettori italiano è vivo e curioso, ci ha dimostrato un affetto in cui speravamo, ma che non sapevamo se sarebbe arrivato. Invece, il nostro primo titolo Gli schifosi di Santiago Lorenzo, è finito in classifica ad appena due settimane dall’uscita a gennaio 2020, questa estate siamo stati in classifica per 12 settimane con il Quaderno di compiti delle vacanze per adulti, I Simpson e la filosofia è stato ristampato; l’ultimo nostro titolo, Le Divoratrici, sta avendo grande risonanza, sia di critica, sia fra il pubblico. Siamo grati e siamo motivati.

Blackie è il nome di una cagnolina: finzione letteraria o realtà?

Blackie è realtà, o meglio, è stata. Blackie era la cagnolina di Alice e Jan, un’icona a Barcellona. Vecchia, bruttina, puzzolente, e sorda. È stato scelto il suo nome perché ha vissuto molto a lungo, contro ogni pronostico, ed è quello che ci auguriamo per i nostri libri: l’immortalità.

I libri finora pubblicati sono tutti cartonati e ben riconoscibili anche dalla costola bicolore. Una scelta che proseguirà anche con le nuove uscite?

Certo, una delle cifre principali che caratterizzano Blackie è la cura estrema del prodotto editoriale, non solo dal punto di vista di scelta dei titoli e redazionale, ma anche del prodotto finito: tutti i libri Blackie sono cartonati, con la costa quadrata (in Italia sono gli unici), il capitello colorato, una carta bella, i risguardi di copertina con una frase dedicata alla cagnolina Blackie diversa per ogni libro, la copertina sempre diversa e con un progetto grafico specifico. Sono libri belli.

A proposito di nuove uscite, una frase per descrivere la pubblicazione firmata Blackie Edizioni: “Io canto e la montagna balla” di Irene Solà.

Userei le parole della giuria dell’European Prize for Literature che ha conferito il premio al romanzo: “Un romanzo che unisce bellezza e forza in un universo a se stante, raccontato con uno stile originale e impetuoso”.

Esordi, grandi classici come il Candido di Voltaire, libri di attualità politica, saggi di filosofia: cosa accomuna i libri editi da Blackie Edizioni?

La mancanza di pregiudizi innanzitutto: pubblichiamo tutto ciò che ci piace e ci sembra di qualità. L’originalità, il coraggio.

In catalogo manca ancora un titolo italiano. Una scelta editoriale che intendete mantenere in futuro o arriverà presto qualche autore nostrano?

Sta per arrivare! Il libro uscirà questa primavera e sarà scritto da Pietro Minto.

Il Quaderno di compiti delle vacanze per adulti è stato uno dei casi editoriali dell’estate 2020. Vi aspettavate un simile successo? Da dove è arrivata quest’idea? Il Quaderno resterà un unicum o seguiranno altri progetti simili in futuro?

Anche se in Spagna ha un pubblico fedelissimo e numerosissimo È un prodotto editoriale atipico e totalmente nuovo nel mercato librario italiano, quindi no, non ce lo aspettavamo.

L’idea originale e il progetto sono spagnoli. Il tutto è nato davanti a una partita di Champions League noiosissima: Jan, Alice e Daniel Lopez Valle hanno cominciato a parlare, volevano qualcosa che tenesse impegnata la mente, ma anche potesse divertire, in cui ci si potesse perdere. Per ora il Quaderno è l’unico progetto di questo tipo, è periodico: ogni estate ne uscirà uno.

Nella fase di lancio avete puntato molto anche sul web. Da uno a dieci quanto conta per una casa editrice essere in voga fra i lettori attivi anche sui canali social?

Non saprei dare una cifra, ma è molto importante. È un canale diretto con i lettori, è molto utile per capire anche quanto è visibile un libro, quanto è apprezzato; è una vetrina molto potente.

Qual è il vostro rapporto con il mondo dei book influencer?

Abbiamo un buon rapporto con i content creator, sono preziosi per l’editoria italiana, sono competenti, sono dei lettori forti, sono persone che conoscono il mondo digital e sanno utilizzarlo. Questa caratteristica manca nel panorama editoriale italiano, che è un po’ polveroso.

Poche settimane dopo il lancio de Gli Schifosi, in cui il protagonista si pone volontariamente in una sorta di bucolico auto isolamento, c’è stata la tragica fase del lockdown e delle librerie chiuse. Per una giovanissima casa editrice come è stato affrontare un simile periodo?

È stata dura, eravamo spaesati inizialmente, eravamo appena nati e sembrava che le regole stessero cambiando appena avevamo iniziato a giocare. Ma poi, come Manuel, ci siamo adattati velocemente alla situazione e non dico che l’abbiamo amata, ma sicuramente ne abbiamo tratto il meglio che abbiamo potuto. In quei mesi, per esempio, è nata la nostra newsletter, un altro canale diretto coi lettori.

Quale idea vi siete fatti del lettore italiano in questi primi mesi sul campo?

È un lettore curioso, attento e recettivo. Ci piace!

a cura di Barbara Rossi

Barbara Rossi

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