Il racconto del mercoledì: Presto Tardi di Carlo Maria Vadim

 Il racconto del mercoledì: Presto Tardi di Carlo Maria Vadim

Illustrazione di Leopoldo La Ciura

Da quando, qui a Milano, sono andato ad abitare in un condominio di corso Vercelli, pian piano ho conosciuto tutti i condomini e in particolare, con quelli del mio pianerottolo, ho stretto una vera amicizia perché sono simpatici. Hanno qualche anno in più di me ma sono comunque una coppia giovane, marito e moglie intorno ai trent’anni. A forza di frequentarli praticamente tutti i giorni, ho individuato in loro una particolarità curiosa: lei, che si chiama Tiziana, fa tutto troppo presto; lui, che si chiama Giovanni, fa tutto troppo tardi.

Mi spiego:

  • quando li ho incontrati la prima volta, lei mi ha teso la mano troppo presto, cinque metri prima; lui, troppo tardi, cioè quando eravamo a cinque centimetri l’uno dall’altro;
  • quando entriamo alla caffetteria e ci accostiamo al bancone per prendere il caffè, lei lo sorseggia troppo presto (e si brucia la bocca) e lui troppo tardi quando si è sfreddato e stiamo per uscire;
  • quando con Tiziana e Giovanni mi capita di andare a prendere la metropolitana, lei sale a bordo troppo presto (salta sopra quando ancora stanno scendendo i passeggeri che, giustamente, si irritano), lui troppo tardi (tanto che spesso resta incastrato nelle portine che si stanno richiudendo);
  • quando cambia la stagione, vedo lei che si alleggerisce troppo presto (e muore di freddo), lui troppo tardi (e muore di caldo);
  • quando vado a messa con loro e il prete dall’altare si rivolge ai fedeli, lei risponde troppo presto e il prete si ferma a guardarla, e lui risponde troppo tardi, quando il prete si è già girato;
  • quando si mettono a fumare, lei spegne la sigaretta troppo presto, tanto che schiacciata sul posacenere sembra non sia stata neanche accesa, e lui troppo tardi, sino a quando si ritrova la brace che gli scotta le dita;
  • quando li vedo giocare a tennis, lei non aspetta che la pallina rimbalzi e scende sempre a rete per colpirla al volo, e sbaglia, lui non si schioda da fondo campo e colpisce la pallina dopo due o tre rimbalzi;
  • quando attraversano al semaforo lei è già in mezzo alla strada prima del verde, lui è ancora in mezzo alla strada dopo il verde.

Non ho mai parlato con loro del fatto che uno fa tutto troppo presto e l’altro tutto troppo tardi.

Ho paura che per Tiziana sia un’osservazione, la mia, fatta troppo tardi e che, di contro, per Giovanni troppo presto.

Carlo Maria Vadim

Blam

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