“Quello che si salva” di Silvia Celani: una storia d’amore e guerra. Recensione
A metà settembre è uscito nelle librerie il secondo romanzo di Silvia Celani, già nota al grande pubblico per il suo romanzo d’esordio di grande successo “Ogni piccola cosa interrotta”, pubblicato nel 2019. Anche in questo secondo lavoro la scrittrice esplora le fragilità dell’animo femminile ma con uno sguardo verso la storia della sua città: Roma.
Quello che si salva: la trama del libro
“Quello che si salva” è un libro dedicato alla memoria, al ricordo. Non a caso anche in questo secondo romanzo la Celani individua un oggetto simbolico che permette a Giulia, la protagonista, di ripercorrere gli avvenimenti che sconvolsero Roma durante l’occupazione nazista, tra l’autunno del 1943 e la primavera del ‘44. Il magico oggetto è una trottola ebraica, anche detta sevivon, che Giulia ritrova incredibilmente dopo 70 anni in una casa d’aste. Il romanzo procede dunque su due livelli cronologici: uno contemporaneo, dove la Giulia ormai novantenne è affiancata dalla giovane Flavia, sua vicina di casa, che la aiuterà a impossessarsi nuovamente del sevivon che le apparteneva; l’altro è il racconto della lotta di resistenza armata durante gli ultimi anni del conflitto mondiale a Roma. Giulia ha infatti militato nella resistenza romana vivendo i bombardamenti alla sua città, le retate naziste, i rastrellamenti nel quartiere ebraico e l’estrema povertà del tempo.
“La speranza ha radici invisibili ma profonde. Penetra dentro di noi come l’acqua nella terra, e poi resta lì, a scorrere sotterranea ma viva.”
A poco a poco, le imprese coraggiose della Giulia partigiana contagiano Flavia, che trova, nell’esempio di una donna straordinaria, la motivazione a prendere finalmente in mano la propria vita e affrontare i legami irrisolti che la circondano: il rapporto conflittuale con la madre, l’allontanamento del padre e le relazioni amorose complicate e infruttuose.
“Abbiamo una vita sola per essere ciò che vogliamo.”
I riferimenti storici e la scrittura
Il personaggio principale di Giulia Monti è liberamente ispirato alla partigiana romana Carla Capponi, Medaglia d’Oro al valore. Le vicende ambientate nella Roma occupata si ispirano a fatti storici realmente accaduti e rappresentano per l’autrice lo spunto per portare alla luce fatti un po’ meno noti della storia romana. Ne è un esempio l’episodio del rastrellamento di civili nel quartiere Quadraro, di cui ancora oggi poche persone sono a conoscenza. La passione che ha spinto l’autrice a documentarsi scrupolosamente (le note al termine ne sono una prova) si percepisce leggendo le pagine dedicate a Giulia e si concretizza nel ritmo incalzante degli episodi che condurranno la protagonista a un finale inatteso.
A differenza del romanzo d’esordio, questa volta Silvia Celani ci consegna la storia di una donna coraggiosa e capace di fare da sé, senza uomini o come gli uomini. Con una scrittura decisamente più matura e ricca nelle descrizioni, la scrittrice ci accompagna in un’epoca storica affasciante pur mantenendo quella particolare sensibilità verso le emozioni che la contraddistingue.
“Roma è tutta davanti a loro, si staglia come un sogno, rarefatta eppure vivissima. Lo sguardo si fa tattile, avvolge gli edifici, i tetti, ogni singola pietra, ogni sospiro che continua a palpitare, flebile, dagli abissi del tempo.”
a cura di Silvia Ognibene