La scuola ai tempi del coronavirus: un libro ci svela il dietro le quinte della didattica a distanza
Questo virus non ha guardato in faccia a nessuno. È arrivato ed è entrato nella nostra intimità colpendo quello che abbiamo più a cuore: la vita. Abbiamo dovuto cambiare tutto: la quotidianità, il modo di rapportarci, il lavoro, la formazione, il modo di vedere ogni cosa.
C’è chi ha perso il lavoro, chi ha continuato a farlo e si è dovuto adeguare a tutto. Ecco, se c’è una parola che ricorderemo di questo periodo di chiusura forzato nelle nostre case è proprio adeguarsi. Siamo stati travolti e abbiamo dovuto seguire e non farci seguire. Tenere una linea nuova che non ha avuto un’organizzazione, ma tutto è andato nelle mani del buon senso.
Uno dei buchi organizzativi che ha creato questa situazione di emergenza è stata proprio la scuola. Le famiglie si sono ritrovate all’improvviso a seguire i figli nei compiti a casa, a cercare di avere un ruolo intermedio tra i docenti e i ragazzi. I bambini si sono trovati spesso soli, annoiati e con delle falle di apprendimento dovute alla carenza di dispositivi digitali adatti e di persone in grado di seguirli. E i docenti? Spesso sono stati accusati di poca sensibilità nei confronti delle famiglie e di poca empatia. Invece è stato tutto il contrario.
La maestra in zona rossa
Noi docenti non eravamo pronti. Ci scusiamo se facciamo fatica. Ci scusiamo se le lezioni non sono come ve le immaginate. Ci scusiamo se facciamo video non bene inquadrati, che magari si sentono poco.
In queste poche righe si riassume la difficoltà, e l’inadeguatezza di un’emergenza che ha coinvolto un settore primario come la scuola.
Silvia Franceschi e Nicole Vian, due docenti dell’Istituto Rinnovata Pizzigoni di Milano, hanno curato il libro “La maestra in zona rossa” edito da Edizioni Epokè che documenta, attraverso le voci dirette dei docenti, com’è ritrovarsi da un giorno all’altro dalla cattedra, alla scrivania di casa, magari senza computer, senza una connessione adeguata. Com’è dover rinunciare ai sorrisi dei bambini, alle loro carezze e le loro risate. Com’è rinunciare a guardare negli occhi un allievo e spiegargli quello che non si riesce a fare attraverso un video.
Chiamatele lezioni online, o magari DAD – (che letta all’inglese avrebbe anche un significato migliore) con un freddo acronimo che sta a definire didattica a distanza -, chiamatela come volete, sta di fatto che le testimonianze e le riflessioni di questo libro lasciano trasparire tutta l’umanità e l’empatia che c’è in ogni docente, anche loro uomini in difficoltà come tutti gli altri.
Stiamo allenando competenze inedite. Lo stanno facendo per primi i bambini, che dalla gioia iniziale si ritrovano ora immersi nella lontananza, spesso nella noia e nella solitudine, ad arginare le ondate emotive che la televisione e la rete provocano nei loro genitori, a organizzarsi da soli i compiti.
Le testimonianze sono tutte anonime, per rispettare la privacy di chi ha contribuito a lasciare un documento di questo settore che ha molte lacune, e che non immagina ancora un futuro normale, o almeno un ritorno alla normalità prima di quel 21 febbraio 2020 quando molte scuole chiudono e le province della Lombardia diventano “zona rossa”.
Tutte le emozioni della didattica a distanza
La maestra in zona rossa è un libro intimo e speciale che racconta in modo corale e con testimonianze che arrivano dai docenti di ogni città della Lombardia, soprattutto il lato emotivo di insegnanti. E se vogliamo dirlo con le lettere dell’alfabeto, le prime che ci hanno insegnato a scuole, non possono mancare la A di amore (per gli studenti), la E di emozioni (belle e vincolanti a cui sono stati sottoposti), I di inadeguatezza (quella del sistema digitale, quella nel cercare una soluzione di insegnamento migliore), O di oppressione (soprattutto mentale), U di unione (quella che non è mai mancata tra studenti, docenti e famiglie, per rendere la scuola sempre un posto migliore, in qualunque luogo fosse).
Ho ricevuto bacini con le mani in una chat, e mi sono commossa.
Ho scoperto di saper fare dei video bellissimi.
La noia è il nuovo mostro del momento oltre a sensazioni di gioia mista a paura e tristezza.
La maestra in zona rossa è disponibile in ebook. Al fianco di Nicole Vian e Silvia Franceschi a collaborare a questo progetto, il cui ricavato andrà tutto all’ospedale Sacco di Milano, anche Dalila Damagino (anche lei insegnante) che ha corredato ai testi delle fotografie evocative di questi momenti e sensazioni, a ogni pagina di questo che diventerà un documento storico emotivo della scuola dell’anno 2020.