Nikos Kazantzakis, lo scrittore greco candidato 9 volte al Nobel per la letteratura che non vinse mai

 Nikos Kazantzakis, lo scrittore greco candidato 9 volte al Nobel per la letteratura che non vinse mai

«Non spero nulla, non temo nulla, sono libero»: questo è il celebre epitaffio che si legge sulla tomba di Nikos Kazantzakis, lo scrittore greco più prolifico e il più tradotto del Novecento. Intellettuale poliedrico, instancabile viaggiatore e pensatore anticonformista, Kazantzakis rimane tutt’ora poco conosciuto in Italia. Ottiene un importante riconoscimento a livello internazionale grazie al romanzo Zorba il greco, pubblicato nel 1946 e poi diventato film grazie al regista Michael Cacoyannis. Ricordiamo tutti il sirtaki, la celebre danza greca che i due protagonisti del romanzo ballano in una spiaggia assolata di Creta e musicata nel film da Mikis Theodorakis.

Kazantzakis, affascinato da figure come Buddha e san Francesco, ma anche da uomini forti della politica e da grandi condottieri moderni, si sente investito – come altri intellettuali della sua generazione – di un’importante responsabilità morale verso il genere umano che lo condurrà a compiere anche un pellegrinaggio spirituale sul monte Athos. Sono infatti le sue ideologie eteroclite, come il misticismo, il vitalismo, il comunismo e il nichilismo – che apprende durante gli studi di Filosofia –, a formarne il credo sin dalla giovinezza. Il suo vastissimo universo letterario, combinato con una costante ricerca e sperimentazione linguistica, gli valsero un posto di prim’ordine nel novero dei principali protagonisti del rinascimento letterario ellenico novecentesco, insieme a Kavafis, Seferis, Elytis e Ritsos.

Il mancato premio Nobel per la letteratura: chi è Nikos Kazantzakis

La sua vita e le sue opere sono segnate da un legame profondo con la Grecia, in particolare con l’isola di Creta, dove nacque nel 1883, e dove trascorse un’infanzia e un’adolescenza irrequiete, segnate dalla rivoluzione cretese del 1889. La lotta per la libertà e il desiderio di indipendenza per la sua terra natale influenzò il giovane scrittore e perciò tutto il suo corpus letterario. La missione e il riscatto dell’uomo, immerso in una società malata e materialista, sono al centro del suo titanico agone esistenziale.

Kazantzakis viaggerà molto oltre che per gli studi a Parigi anche in Italia, in Cina, in Spagna, Giappone, e nella Cecoslovacchia dell’Unione Sovietica. Candidato nove volte al premio Nobel per la letteratura, dal 1946 in poi, non si aggiudicò mai la vittoria a causa di certi politici greci. Inviso e incompreso dalla sua gente, abbandona il suo Paese nel 1946 e muore da esule in Germania nel 1957.

5 libri di Nikos Kazantzakis da leggere assolutamente: la lista

Zorba il greco

Zorba il greco è il capolavoro di Nikos Kazantzakis, tradotto in Italia nel 1955 da Aldo Martello editore, e poi nel 2010, direttamente dal greco, da Crocetti. Il protagonista è Alexis Zorba, creatura «primordiale» e alter ego del suo autore, alla ricerca della felicità attraverso il piacere dei sensi e una sfrenata gioia di vivere. I fatti hanno luogo in un piccolo villaggio del litorale meridionale di Creta, e raccontano dell’amicizia fra John, un giovane intellettuale americano, e Zorba, scapestrato operaio macedone a cui è stato assegnato il compito di guidare i lavori in una miniera di lignite. Due spiriti opposti: il primo, apollineo, razionale, riflessivo; l’altro, dionisiaco, impulsivo, selvaggio. Eppure, la loro diversità non impedirà ai due di diventare amici.

Odissea

Odissea, pubblicata per la prima volta nel 1938 (Crocetti, 2020), è una delle opere più ardite e imponenti di Kazantzakis. In questo poema di ben 33.333 versi endecasillabi, suddivisi in 24 canti, lo scrittore immagina la prosecuzione delle vicende di Ulisse dopo il suo ritorno a Itaca e il suo desiderio, mai davvero appagato, di riprendere un nuovo viaggio. Infatti Ulisse, oltre a essere mosso dal desiderio di libertà e conoscenza come accade nell’antico epos omerico, rifiuta anche le convenzioni, a partire dall’unione coniugale. L’Ulisse di Kazantzakis, simbolo dell’uomo moderno, vive nel perenne perseguimento della libertà; e questa ricerca smaniosa, in cui il viaggio si fa metafora dell’esistenza stessa, si può riassumere nel verso: «Anima, la tua patria è sempre stata il viaggio!».

Quest’opera monumentale e ambiziosa consacra Kazantzakis come l’Omero dei giorni nostri, per aver dato vita anche a un repertorio linguistico stratificato e prezioso, ricco di lemmi popolari e dialettali – raccolti direttamente da contadini e pastori –, e mescolati a un registro più lirico e colto.

L’ultima tentazione di Cristo

Forse l’opera più discussa e divisiva di Kazantzakis, pubblicata in Grecia nel 1955 (Crocetti, 2021), e immediatamente inserita nell’elenco dei libri proibiti dalla Chiesa ortodossa. L’ultima tentazione di Cristo è un romanzo storico con una visione laica della figura di Cristo che, durante i suoi ultimi istanti sulla croce, immagina come sarebbe stata la sua vita se non si fosse sacrificato per redimere il genere umano. Una prospettiva, questa, umana e umanizzante, poiché mostra le debolezze e le fragilità del figlio di Dio. Assistiamo a un Gesù diviso tra la forza luminosa di Dio e l’oscurità affascinante del Maligno.

Kazantzakis ci consegna qui una versione alternativa della Storia cristiana e dei Vangeli, e che gli valse, oltre alla scomunica, l’accusa di corruttore dei giovani, proprio come Socrate. Più tardi, nel 1988, il romanzo divenne un film dal titolo omonimo, diretto da Martin Scorsese e con Willem Dafoe nel ruolo di Gesù.

La seconda crocifissione di Cristo (Cristo di nuovo in croce)

Questo romanzo, pubblicato nel 1950, intitolato inizialmente Cristo di nuovo in croce e poi tradotto da Castelvecchi nel 2011 La seconda crocifissione di Cristo, è ambientato durante la Guerra greco-turca (1919-1922) nel villaggio immaginario di Likovrissi. Ogni sette anni, la comunità mette in scena la Passione di Cristo, ma eccezionalmente quest’edizione assume una dimensione tragica e attuale. Una serie di strani accadimenti spingeranno i protagonisti – Manolis (Gesù), Michelis (San Giovanni), Panayotaro (Giuda), Katerina (Maria Maddalena) – a immedesimarsi nei ruoli che interpretano durante la messa in scena fino a sfidare le convenzioni religiose e sociali. Kazantzakis decide di servirsi della rappresentazione teatrale della Passione come metafora della condizione umana, per raccontare aspetti come la fede, il sacrificio, la giustizia e la lotta contro l’oppressione. Il romanzo solleva interrogativi sulla natura di Dio e sull’impegno morale dell’individuo, e invita a riflettere sulla possibilità di una redenzione attraverso l’azione e la solidarietà. La scrittura di Kazantzakis è intensa e poetica, con una forte componente allegorica che rende l’opera un potente strumento di riflessione spirituale e sociale.

Viaggi in Giappone e in Cina

Viaggi in Giappone e in Cina (Crocetti, 2023) conduce il lettore in un’avventura sensoriale e spirituale nell’Estremo Oriente degli anni Trenta. Qui Kazantzakis esplora il Giappone raffinato e la Cina caotica. Il viaggio è per Kazantzakis un’opportunità per riflettere sul destino dei popoli, lo scorre del tempo e sulla bellezza di questi luoghi esotici, così lontane dal mondo e dalla cultura occidentale. Il confronto tra le due culture rivela un Giappone ordinato e simbolico, e una Cina vasta, misteriosa e brulicante. Un diario di viaggio che è anche una meditazione sull’umanità e sull’incontro tra civiltà differenti.

 

A cura di Clara Frasca

Foto di apertura https://www.nikoskazantzakisestate.org/

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