“Free Queens” di Marin Ledun: il thriller politico che racconta la tratta delle donne come merce del capitalismo

I thriller di Marin Ledun sono autopsie sul mondo contemporaneo, dissezioni implacabili dei meccanismi del potere, della corruzione e dello sfruttamento umano. In Leur âme au diable, aveva già raccontato le pratiche predatorie delle multinazionali del tabacco. Con Free Queens, edito in Italia da Ubagu Press, marchio nato dall’alleanza tra 66thand2nd e nottetempo, Ledun si sposta in Nigeria per narrare il business della prostituzione sistemica, gestito da reti criminali con la complicità di industrie occidentali. Una storia di violenza, corruzione ma anche di resistenza.
Free Queens di Marin Ledun: la trama del libro
Serena Monnier è una giornalista francese. È lei a raccogliere la testimonianza di Jasmine, una ragazza nigeriana di appena quindici anni, fuggita dalla tratta e finita sulle strade d’Europa. Dal suo racconto si evince l’esistenza di un’intera industria criminale che prospera sulla prostituzione, con il benestare delle autorità e con la complicità di aziende che ne traggono profitto. Determinata a saperne di più, Serena vola a Lagos, dove ad aspettarla ci sono le attiviste di Free Queens, un’organizzazione che lotta per proteggere le donne dalla schiavitù sessuale, saranno loro a farle da guida. Nel suo percorso verso la ricerca della verità, Serena incrocia personaggi come: un ex poliziotto deciso a scoprire chi ha ucciso due giovani donne trovate strangolate ai margini di una strada; un responsabile marketing olandese senza scrupoli che ha trasformato la prostituzione in un’arma per aumentare le vendite della birra First; e un sistema politico corrotto. Mentre la tensione cresce e le rivelazioni si accumulano, diventa chiaro che raccontare questa storia significa mettere in pericolo la propria vita. Serena dovrà decidere fino a che punto è disposta a spingersi per smascherare un meccanismo così profondamente radicato nella società globale.
Le molte voci narranti di Free Queens
Serena Monnier, la giornalista francese, parte per la Nigeria con l’intenzione di raccontare una storia, ma si rende presto conto che non può limitarsi a essere una semplice osservatrice. Quella che doveva essere la classica indagine scritta da una “bianca” per un pubblico di lettori bianchi, si trasforma in una lotta agli stereotipi e alle ingiustizie. Scrivere non basta più. Al centro della narrazione: la vicenda della giovanissima Jasmine Dooyum. Sopravvissuta alla tratta, porta sul corpo e nello spirito i segni di un sistema che continua a prosperare indisturbato. La sua voce spezza il silenzio imposto a migliaia di ragazze come lei, ma basterà la sua testimonianza a far vacillare un impero costruito sullo sfruttamento?
In questo romanzo le voci sono molteplici: dall’altro lato della barricata c’è l’ex poliziotto Oni Goje che ha abbandonato il suo ruolo nelle forze dell’ordine, stanco di ignorare l’orrore, ma la scoperta dei corpi di due giovani donne lo spinge a un’indagine personale, e che è anche un atto di ribellione. Opposto a lui, Ira Gowon, un altro poliziotto che invece ha scelto quel sistema corrotto, credendo di poterlo sfruttare per una presunta giustizia superiore e patriottica. Ma è davvero possibile riformare un sistema quando si diventa complici del suo stesso metodo?
Infine, c’è Peter Dirksen, il volto più spaventoso della storia non perché sia il peggiore dei carnefici, ma perché non ha bisogno di esserlo. È un uomo d’affari, un venditore di birra che ha trovato il modo perfetto per far crescere il marchio per cui lavora: trasformare la prostituzione in una leva di marketing. Il suo è il male più pericoloso, quello che non alza mai la voce, che non ha bisogno di sporcarsi le mani, perché ha costruito un sistema in cui la violenza si autoalimenta.
La scrittura di Marin Ledun in Free Queens
La scrittura di Marin Ledun è essenziale, priva di qualsiasi indulgenza narrativa. Non c’è spazio per la retorica e per facili sentimentalismi. La sua prosa è brutale come la realtà che racconta, e il ritmo serrato del romanzo non lascia momenti di respiro.
A tratti Free Queens sembra un reportage più che un romanzo: l’approccio di Ledun è meticoloso, documentato, e la bibliografia finale è una dimostrazione di quanto l’autore abbia studiato il contesto con rispetto e rigore. Succede così che in certi punti il confine tra il punto di vista dei personaggi e il giudizio dell’autore sfuma fino a coincidere. È una scelta stilistica che amplifica la potenza del romanzo, e che fa di questo romanzo qualcosa di diverso da un thriller tradizionale: è di fatto un ibrido, una testimonianza in forma di fiction.
A cura di Martina Melgazzi