“Vi scriverò ancora”: le duecento lettere inedite di Andrea Camilleri raccolte in un libro

 “Vi scriverò ancora”: le duecento lettere inedite di Andrea Camilleri raccolte in un libro

«Grazie a nostro padre per questo bellissimo regalo. Andreina, Elisabetta, Mariolina Camilleri».

Si conclude così la nota introduttiva della famiglia Camilleri a Vi scriverò ancora (Sellerio, 2024), volume che raccoglie le lettere scritte da Andrea Camilleri alla madre, alla Carmelina Fragapane e al padre Giuseppe. Una raccolta curata dal critico e storico della Letteratura italiana, Salvatore Silvano Nigro. Un regalo anche per noi lettori, amanti o solo curiosi; una finestra in cui intravedere un Camilleri inedito, giovane, determinato, alle prese con la sua formazione.

«È una trincea che Camilleri, intrepido e tenace nel cercare la propria strada, spesso sfiduciato ma senza mai deprimersi, armato di energia e decisione, vuole “sfondare” per riuscire a farsi conoscere come poeta, autore di racconti, soggettista di opere cinematografiche e di melodrammi, recensore su riviste e giornali, regista. Salvatore Silvano Nigro».

Vi scriverò ancora di Andrea Camilleri: di cosa parla il libro

Nel 2018 le figlie di Camilleri, su indicazione del padre, iniziano il recupero della documentazione cartacea inerente alla sua attività. Lo scopo è di catalogare tutto il materiale e creare un archivio volto alla consultazione. In mezzo agli scatoloni accatastati nel garage di famiglia, le figlie trovano anche, oltre al primo racconto creduto perso e la prima opera teatrale scritta, circa duecento lettere: si tratta di tutta la corrispondenza e il carteggio tra Andrea e i suoi genitori, nel periodo dal 1949 al 1960; un rendiconto dettagliato sugli anni di studio e formazione presso l’Accademia d’arte drammatica guidata dal 1935 dal critico teatrale Silvio D’Amico.

Le lettere di un Andrea Camilleri inedito

«Insomma, in una maniera o nell’altra spero di spuntarla: voi capite, questa è la mia vita: sarà un poco dura in principio ma ho tanta fiducia di riuscire».

Camilleri era molto legato alla famiglia, e in queste lettere si racconta senza sovrastrutture. Scritte con spontaneità, questo carteggio testimonia il carattere vivace e speranzoso dello scrittore. La costanza e l’assiduità con cui narra alla madre gli ultimi sviluppi sulla sua carriera, e la preoccupazione che mostra quando non riceve risposte, sono segni che denotano il suo attaccamento alla famiglia. Attraverso le descrizioni accurate dei lavori svolti con il regista e professore Orazio Costa, all’Accademia, possiamo sbirciare nella genialità di questo grande maestro che fu il primo nel 1958 a portare e a dirigere in Italia un’opera di Samuel Beckett. Grazie alla meticolosità con la quale scriveva di tutte le persone che incontrava tra le sale e le lezioni in Accademia apprendiamo la fierezza del suo carattere; grandi nomi, poi tutti riuniti in fondo al volume nell’indice: Mario Soldati, Luchino Visconti, Vittorio Gassmann, Vittorio De Sica, sono solo alcuni di questi.

Lo stile di Andrea Camilleri in Vi scriverò ancora

Questa è un’opera epistolare che a sua volta è anche un’involontaria biografia dello scrittore siciliano. Il tono è ogni volta diverso: umoristico, ai limiti della comicità teatrale; teso, per le preoccupazioni di salute ed economiche della famiglia; curioso e deciso, per il suo apprendimento in Accademia. Qui e là, l’opera è puntellata dall’inconfondibile dialetto di Camilleri, soprattutto quando nelle lettere si rivolge ai genitori, e da cui emerge anche un lessico familiare intimo e poetico. Alcune lettere sono riportate nell’opera con la grafia dello scrittore; non solo, si possono trovare anche schizzi o bozzetti di scenografie e messe in scena, o planimetrie degli appartamenti in cui ha vissuto. Vi scriverò ancora è a suo modo una guida nell’universo di una delle voci più importanti della letteratura e dell’arte drammatica in Italia.

 

A cura di Caterina Incerti

Blam

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