Corso Trieste, il libro di Piotta scritto con il fratello Fabio Zanello: due storie in una Roma con due volti storicamente diversi

 Corso Trieste, il libro di Piotta scritto con il fratello Fabio Zanello: due storie in una Roma con due volti storicamente diversi

Tommaso è il protagonista di Corso Trieste (La nave di Teseo, 2024), il romanzo firmato dal cantante Piotta e dal fratello Fabio Zanello. Scrivere un libro, comporre un disco da far uscire su vinile e usare l’appartamento dello scomparso come luogo catartico per comporre. È così che si muove Tommaso. È questo pure il suo progetto unico per ricordare Fabio e che ha tutte le note alchemiche necessarie per far rivivere il fratello intellettuale non con mestizia ma con la celebrazione della «sua» amata cultura. Sullo sfondo il quartiere, quel Trieste-Salario che li ha visti crescere, seppur con dieci anni di distanza. Scritto a quattro mani, Corso Trieste è un bel memoir sull’amore fraterno e sulla nostalgia dei tempi andati.

 

Corso Trieste di Fabio Zanello e Tommaso «Piotta» Zanello: la trama del libro

Fabio è un liceale romano solito passare le sue giornate a Villa Ada con gli amici, nei turbolenti e pericolosi anni Settanta. Lotte politiche, terrorismo, rivoluzione e controcultura: il giovane Fabio, impegnato politicamente, vive, respira e vede con i propri occhi tutto questo, destinato alla grande delusione generazionale, in lotta col passato per il proprio futuro. Come ben sappiamo, pura utopia. In questo contesto, Fabio si appassiona sempre di più alla letteratura (sua alma mater) e agli studi orientali, perdendosi tra libri di filosofia taoista e zen, di buddhismo e di raffinata cultura araba. Passano gli anni, Fabio si laurea e inizia a viaggiare e a esplorare gli Stati Uniti e la Thailandia, per poi rientrare a Roma e buttarsi nell’editoria, scrivendo, stampando e distribuendo in maniera totalmente indipendente. Tommaso, di dieci anni più giovane, diventa a sua volta un adolescente, frequenta lo stesso liceo del fratello, e Villa Ada, pure lui, centro gravitazionale e ritrovo di tutti. Nei capitoli di Corso Trieste scritti dal più giovane degli Zanello, gli anni di riferimento sono quelli di fine Ottanta e inizio Novanta. Come detto, sono anni di delusioni e di depressioni collettive: la fine del comunismo, l’inizio della guerra nell’ex-Jugoslavia e il dilagare dell’Hiv sono l’original soundtrack della crescita di Tommaso, alla scoperta delle nuove e grandi onde musicali provenienti da oltreoceano, il rap e l’hip hop. Il futuro Piotta passerà così dalla calma familiare (e dalla facoltà di Giurisprudenza) alla movimentata scena alternativa, fatta di radio indipendenti e palchi infuocati, dai quali poter cantare quello che si è stati e quello che sempre si sarà, nonostante tutto e tutti.

Corso Trieste: chi sono gli autori Fabio Zanello e Tommaso «Piotta» Zanello

Fabio Zanello è nato a Roma nel 1963 e si è laureato in Lettere alla Sapienza. Autore, saggista e editore, ha condotto in Italia e all’estero studi su testi di René Guénon, Ananda C. Coomaraswamy e Titus Burckhardt. Ha, inoltre, pubblicato diverse opere, derivanti dalle sue ricerche sulla cultura orientale, e si è occupato prevalentemente di religione, politica, storia e spiritualità. Tra i libri pubblicati, si ricordano Se non sei felice è tutta colpa tua (Stampa Alternativa, 2007) e La conoscenza suprema del Buddha. I testi della Prajnaparamita (Ortica, 2016). Direttore della collana di saggi I Lemming Apriti Sesamo per Coniglio Editore, ha scritto anche articoli e racconti per le riviste «Erre!», «Il Paradiso degli orchi» e «Zero in condotta», oltre che co-sceneggiato i film I bamboccianti e Il segreto del Giaguaro, assieme ai Manetti Bros, Antonello Fassari e al fratello Tommaso, a sua volta protagonista della pellicola. Deceduto a Roma nel 2022, ha dato alle stampe il libro di poesie ’Na botta infame (Ortica) appena due anni prima.

Tommaso Zanello, in arte Piotta, è nato a Roma dieci anni esatti dopo Fabio, nel 1973. Rapper, produttore discografico e anche autore, inizia la carriera collaborando con alcune radio romane facendo il dj e, parallelamente, scrivendo i primi testi rap. Proprio nel periodo delle prime collaborazioni con i Colle der Fomento e la formazione del collettivo Taverna VIII Colle gli viene affibbiato il soprannome che lo renderà famoso, Piotta, per via degli occhialini tondi che era solito portare, simili alle monete da cento lire, dette appunto piotte in dialetto romanesco. Il successo arriverà con Supercafone. Il singolo, inserito nell’album di debutto Comunque vada sarà un successo (datato 1998 ma ristampato nel 1999 visto il successo della canzone), sarà per Piotta foriero di successo e visibilità, non solo underground. Carismatico e a suo agio anche come attore dei vari video, torna in libreria con il libro scritto con il «professore» Fabio, Corso Trieste, edito da La nave di Teseo, la cui gestazione travagliata è iniziata vent’anni fa circa «e ora è qui, anche se è proprio Fabio a mancare».

Consiglio letterario: perché leggere Corso Trieste di Fabio Zanello e Tommaso «Piotta» Zanello

Suggerito come progetto già nel maggio del 2003, Corso Trieste ha visto finalmente la luce grazie al lavoro certosino di Tommaso, che ha scavato nell’immenso archivio fatto di appunti, registrazioni e di scritti inediti del fratello Fabio, usando il suo appartamento anche per la stesura finale. In questo modo, Tommaso è riuscito a far tornare in vita quel luogo, alla stregua di un piccolo alchimista, grazie anche all’uscita del vinile ’Na notte infame, anticipato dal singolo Lode a Dio, un’ode a Roma scritta e recitata da Fabio in persona, resa a solenne elegia rap dal maestro di cerimonie Piotta. Ancora una volta, a quattro mani.

Consigliamo la lettura di Corso Trieste perché interessante opera su due livelli: il primo, liminale e per certi versi visivo, interessante e avvincente, ricco di aneddoti e di citazioni (consigli) letterari e musicali; il secondo, subliminale ed emozionale, pieno di malinconia e di ammirazione per i tempi andati e per chi non c’è più, a futura e imperitura memoria. Consigliamo, inoltre, la lettura dell’opera a chi pensa di avere nostalgia di un’epoca mai vissuta, ma anche  agli yin come Tommaso, alla ricerca di un nuovo bilanciamento dopo aver perso il proprio yang: non è mai troppo tardi per parlare e comunicare.

 

A cura di Milo Salso

Milo Salso

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